Scene d’autunno nella malinconia di melograno e moscato

Scene d’autunno nella malinconia di melograno e moscato

17 Ottobre 2020 0 Di Lidano Grassucci

Che autunno quell’autunno in cui le castagne arrivarono con il sapore di castagne e il moscato era amato da api, vespe, calabroni e regine e… regine. Il chicco era dal verde all’oro e poi ricominciava da oro a verde e i grappoli tenevano stretto quell’oro.

Arrivò la sera al tempo che va vesto l’imbrunire con suo tesoro, lo stese sul tavolo dolce come il suo profumo. I chicchi si staccavano uno ad uno come un grappolo di storie che erano mature per essere raccontate. Che dolce questo dolce, ma dentro c’era l’aspro del lato che col sole aveva fatto a nascondino e non si era voluto far bello ed è rimasto come il cavallo che faceva ballare la sella  ma non si faceva cavalcare. Alle 5 e il cavallo era stanco, tanto stanco da fare di quella memoria la ragione di questa storia. Erano le 5 di sera, a le castagne perse tra i melograni. Che strano l’autunno non vuole rassegnarsi al freddo ma ha tutta la malinconia dell’estate che diventa zucchero.

E, lo confesso, portai a lei il grappolo più grosso, con più oro dentro e il melograno più rosso e le castagne che a vederle parevano mattonelle… era il primo regalo che potevo fare: mi misi a mio modo vestito come si deve, poi imparai la forma per farmi cortese e dominai i capelli per ore ed ore a dispetto dell’umido di autunno.

Ero perfetto, lo capirete, anche il discorso avevo tutto qui in questa testa che già si attendeva un sì, sia pure bimbo. Invece? Non c’era, poi la vidi più in là indaffarata come era a spiegare la musica, o il canto, non ricordo bene a uno che non stava affatto nelle mie vene.

Passo un mio amico e mi chiese lo sconto per quel bene di dio, io decisi di dividerlo come avrebbe voluto dio.

Chi trova un amico trova un tesoro? Chi incrocia l’autunno trova la sua prima malinconia, e scopre quanto è dolce il moscato e aspro il melograno