Storie di bar di Latina/ Il caffè offerto di Turi Rizzo e l’ode ai baristi

Storie di bar di Latina/ Il caffè offerto di Turi Rizzo e l’ode ai baristi

20 Ottobre 2020 1 Di Lidano Grassucci

Parlerò, in questa storia, di un oste ma lo farò per tutti gli osti. Gli osti sono il sale di ogni libertà, la consolazione di ogni felicità perduta, la medicina alla solitudine.

E’ mattina presto, la città sola (Latina) al tempo del covid si fa ancora più piccina. Volti senza volti la popolano, volti mascherati. Per iniziare il giorno, quando posso, faccio colazione (un caffè) con il mio amico Damiano, gli argomenti sono il tempo che passa, le cose della vita e gli amici che facendosi senili divertono ancora più di un poco diventando personaggi del nostro film.

Entriamo al bar Turi Rizzo, la gente fa fila scaglionata. Chi è dentro esclude chi è fuori, chi è dentro è dentro. Tempi di esclusione. Tempi in cui alla televisione i bar, le osterie, sono come i luoghi del male e i governi, i saggi, i sacerdoti riscoprono l’antica diffidenza per i “mescitori” di vino annacquato, gli abusatori di quel liquido in un corso a consumarsi, e le chiacchiere che sanno sempre di rivolta.

Bruno mi guarda, mi avvicino alla cassa e fa… “offro io, dottore”.

Offro io, che è un saluto, un riconoscimento, umano in una città mascherata. E’ forare maschere e paure e dire “ciao, ti ho riconosciuto”.

Io e Damiano, l’amico mio, ci guardiamo e sentiamo una antica cortesia di quando noi e Latina eravamo più giovani di adesso, quando scendevamo qui con la corriera da Sezze (i bus non li avevano inventati ancora)  per fare la “lunga marcia” verso il nostro Liceo Grassi e pensavamo da qui ad un mondo diverso dove il gesto di offrire era normale, e l’oste era compagno di chiacchiere non distributore “inautomatico” di caffè.

Ci siamo trovati come spiazzati, quanto sarebbe bello salutarsi, dirsi due parole per riconoscersi. Bruno ci ha offerto un caffè, tanti baristi lo fanno sorridendo penso al Poeta, agli Artisti, al Mimì, caffè per caso. Esiste una antica cortesia tra grappa e caffè.

A, è vero, non beviamo più, non parliamo più non ci guardiamo più. Ma è bello essere umani. Grazie per il caffè.