Quando muore un carabiniere, in ricordo di Vittorio Iacovacci

Quando muore un carabiniere, in ricordo di Vittorio Iacovacci

22 Febbraio 2021 0 Di Lidano Grassucci

Vittorio Iacovacci aveva 30 anni, era carabiniere. In tanti parliamo di pace, di solidarieta’, di sfruttamento poi…

Poi partono i carabinieri, perche’ in un paese dove tutti parliamo c’e’ chi fa, per dovere.

Era di Sonnino Vittorio Iacovacci terra di olive, terra di olio, terra mediterranea di gente schiva. Il Congo sta in un altro mondo, ma gli hanno detto di partire e lui lo ha fatto come ogni carabiniere che e’ previsto il partire non certo il tornare e ogni volta e’ così. Andava con l’ambasciatore italiano Attanasio a dare una mano, a dare da mangiare, ma il mondo non e’ dei buoni.

Li hanno uccisi con l’autista congolese, quasi tiro a bersaglio. In tanti, in troppi, spiegheranno che e’ tutto normale che in fondo era un carabiniere, che muoiono in tanti. Io ricordo sempre che non e’ normale morire per gli altri, come fanno i carabinieri. Restate in un paese vile e di voltagabbana al proprio posto, a difesa della gente come l 8 settembre del ’43 quando fuggirono in troppi non loro. Se sei di Sonnino non muori di piu’ o di meno ma per noi e’ una morte vicina, come strappare un ulivo nuovo e non avere domani piu’ olio.
Era un ragazzo di 30 anni, poi dicono che i nostri ragazzi non hanno il senso delle cose, non conoscono doveri.

E’ morto un ragazzo nel dovere tra gente che vanta diritti, e’ morto un carabiniere di queste terre dove ora sbocciano i mandorli.

In copertina Vittorio Iacovacci (foto di https://www.quotidiano.net/ )