Ricordo della gatta che mi aveva scelto e la libertà

Ricordo della gatta che mi aveva scelto e la libertà

9 Marzo 2021 0 Di Lidano Grassucci
C’era una volta una gatta
Che aveva una macchia nera sul muso
E una vecchia soffitta vicino al mare
Con una finestra a un passo dal cielo blu
Gino Paoli, la gatta
Una gatta, elegante come una gatta. indipendente come una gatta, si presentò al mattino. Difficile interpretare un felino che appare di bellezza straordinaria, che pare docile come un peluche ma restava il suo animo. Già, il suo animo. Avevo una gatta bianca e nera, una gatta che stavano insieme a capire il mondo, lei giocava quando gli andava, poi se ne andava per conto suo, per suo conto. Non l’ho seguita mai, non ho mai chiesto a lei di essere differente, e lei a me fece la medesima cortesia. Ma ci incontravamo, ore ed ore insieme, l’un l’altra a farci compagnia. Aveva un muso che avrei riconosciuto tra mille e mille mici, occhi capaci di dirmi cose che non sapevo, che non avrei mai saputo, di cui non sapevo l’esistenza. Poi usciva ed io la carezzavo sempre con mani aperte, lei con la testa prendeva le carezze che voleva. Saliva in cattedra per dirmi della libertà, poi me lo dimostrava… un balzo ed era fuori dalla stanza ed io la guardavo andare via, ma non era separazione, distacco, era come l’acqua che corre al mare.
Elegante, capace ogni giorno di essere diversa e se stessa. Io raccontavo le mie e lei non giudicava ma stava in questo scambio e insieme siamo diventati grandi diversi, non ci appartenevamo ci sceglievamo. Poi un giorno ci siamo salutati, ma non sapevamo che era così, per dirci che quel tempo nostro era tempo nostro anche quando fuori pioveva.
Un giorno mi spiegavano la libertà, era una dottrina dotta, sapiente il narratore, accesa la discussione tra i saggi. Chiedevano opinione agli astanti, la chiesero a me. Mi alzati, si aspettavano citazioni di eroi, filosofi complessi, intellettuali rinomati. Io dissi: a me l’ha insegnato una gatta, che era così elegante da togliere il fiato, ma saggia da insegnare gli eventi che gli altri accettavano, lei capiva e spiegava. Il narratore disse meravigliato “ma cosa dice”. Io replicai, vede lei la libertà non l’ha mai incontrata perché non la capiva, non guardava, non sapeva vedere.
Non ci crederete ma mi parve di vedere tra la gente quella micia, negli occhi di chi è intelligente.
Storie di vecchi anarchici, di gatti. Storie da bar
Nella foto di copertina Pablo Picasso con il suo gatto