Ajmone quello che salutava mamma

Ajmone quello che salutava mamma

26 Aprile 2021 3 Di Lidano Grassucci
Che qui si fa l’Italia e si muore
Dalla parte sbagliata
In una grande giornata si muore
In una bella giornata di sole
Dalla parte sbagliata si muore
Francesco De Gregori, Il cuoco di Salò
Questa nota è stata pubblicata su La Provincia di Latina del 27.04.2012, nove anni fa,  l’ho ritrovato nel giorno della scomparsa di Ajmone Finestra e lo pubblico. Così come lo scrissi allora, lui non pentito della sua parte io della mia. Morì il 26 aprile per non dare soddisfazione a noi che vincemmo il 25. Cose della vita, cose anche della mia vita

“Guarda che quello deve essere un buon cristiano, io non sono nessuno lui è senatore e mi viene sempre a salutare”, così mi disse una volta mia madre parlando di Ajmone Finestra. Lei si stupiva di quella cordialità che era per cordialità, perché mia madre a Finestra non l’ha mai votato, stavamo da un’altra parte politica.

Poi l’ho conosciuto di persona per questo lavoro che faccio (o facevo), sorrideva sempre e sapeva scherzare era ironico.

Ultimamente gli uscivo alle spalle e lo sorprendevo: “sindaco, se stavamo in guerra eri fatto”. Lui rideva di gusto, e di rimando: “non ci saresti riuscito e saresti morto tu”.

L’ho intervistato decine di volte, in politica con lui non ero d’accordo su niente, ma niente, ma con pochi ho riso come con lui. “Vedi Ajmone, abbiamo vinto noi antifascisti nel ’45 e tu dopo sei diventato senatore e sindaco, se avessi vinto tu a noi ci passavi per le armi”, anche in questo caso la prendeva con filosofia, perché lui alla causa, quella persa, ci aveva creduto e sul serio. Due sole persone non mi davano fastidio nel chiamare Latina “Littoria”: mia nonna Gilda che a Littoria aveva trovato speranza da un Veneto allora poverissimo e  lui perché era il suo tempo giovane. A tutti gli altri stona perché non sanno di cosa si parla. Finestra ha riportato Latina alle sue origini, un progetto culturale diametralmente opposto al mio, ma ciò non di meno un grande progetto. Ajmone ha fatto la guerra ma non a chiacchiere ma rischiando, è stato in guerra e la guerra non è cosa da buoni, uccidi e sei ucciso, non c’è tempo per pensare. De Andrè nella “Guerra di Piero” fa pensare il suo eroe e questo gli è fatale “perché l’altro non ricambia la cortesia”.

 Per me Finestra ha combattuto dalla parte sbagliata e l’errore resta tutto, ma Finestra è stato anche quello che salutava mia madre e credo che questo dica tutto: ti saluto Ajmone, un saluto da uno che non ti ha mai nascosto le differenze ma ti saluto come salutavi mia madre. Ciao Ajmone, anche dalla parte sbagliata ci sono grandi persone.