Il grano, tesina di giugno

Il grano, tesina di giugno

17 Giugno 2021 0 Di Lidano Grassucci
Sai c’è un tempo in cui se hai la fiducia, la pazienza e la tenacia di un contadino, senti il grano sbattere secco al vento, fa onde ed è tempo di raccolto. Di giugno si fa un tempo d’oro, le piogge diradano, ci sono anche i mici nuovi. E’ un tempo incredibile di frumento, di uomini che sudavano con cappelli di paglia. Il grano, ci mettevi la mano nei sacchi di iuta prima che chiusi andassero via. Tra le dita, poi la mano se pigiavi piano rimaneva lì, per un poco. Il grano si contava era la fiducia di ottobre alla semina, la certezza del pane a novembre. Esistono mesi vivi, mesi tristi, mesi che…
Giugno è dolce, è generoso, è laborioso, ha il sole ma non cuoce, ha la brezza ma non gela, ha il grano ma non fa festa. E’ strano, un mese che non ha ciliegie ma grano, mi nascondevo nel grano, poi restavano le balle di paglia, letto per far dormire le mucche, letto per i vitellini che venivano qui, cappelli da guarnire per ragazze di desiderio, per ragazzi rapiti, per le cose che erano annunci di libertà.
Sarà che finiva la scuola e si partiva, ci si riposizionava al mondo. Di giugno mi hanno presentato Roma, il mare, gli etruschi, le autostrade, anche l’avventura iniziava di giugno.
Forse è questo grano che mi lega a questo tempo che fugge. I mici ora giocano, i vecchi gatti li guardano, la madre è premurosa, il mio gattone si avvicina sappiamo che ogni nuova generazione fa perdere un poco quella vecchia. Lui mi guarda, ronfa, in fondo siamo vecchi complici e questa storia del grano l’avrebbe potuta scrivere lui. I mici seguono una foglia come fosse preda ed è già morta, io ed il gattone ci sosteniamo, c’è il grano
Nella foto: Giovanni Bartolena, la mietitura