Candidato sindaco a Latina: la Torre di Babele del centrodestra e Nereo Rocco

Candidato sindaco a Latina: la Torre di Babele del centrodestra e Nereo Rocco

18 Giugno 2021 0 Di Lidano Grassucci

«Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall’oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l’un l’altro: “Venite, facciamoci mattoni e cociamoli al fuoco”. Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: “Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra”. Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: “Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l’inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro”. Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra.»

Gen,11, 1-9

Il richiamo è biblico, mi rendo conto eccessivo, ma è la condizione del centrodestra a Latina: volevano fare una torre che toccasse il cielo, hanno provocato l’ira di Dio ed ora non si capiscono, non parlano la stessa lingua. Si stanno disperdendo. Claudio Durigon e la sua Lega hanno fretta, pur che sia e dicono Miele, Zaccheo si irrita “come mi confrontate con la cronaca io che sono storia?” e non la prende bene. Naturalmente chi se la prende non esita a pensare “crepi Sansone con tutti i filistei”. E il decisionismo durigoniano diventa fuoco zaccheiano. Ma quelli di Forza Italia, Alessandro Calvi, non la prendono bene. “candidiamo per tutti una che è uscita da noi solo ieri?”. Insomma non vogliono premiare chi si muove per “premiarsi”. I fratelli d’Italia si sentono figli di un dio minore, se è Miele perchè no Celentano?

Insomma Dio si è irato e le lingue si sono mischiate e il caos regna sovrano.

Coletta? Ha una casa modesta, un paio di piani, manco con il riscaldamento autonomo. Ma ora che piove è meglio delle macerie degli altri.

Nereo Rocco in una finale del Milan che si disputava in Inghilterra all’augurio “sportivo” dei giornalisti inglesi che auguravano “Vinca il migliore”, rispose secco “Speremo de no”.

Non si corre per il migliore, ma si gioca a meno peggio.

Nella foto: Giovanna Miele