Ballottaggio / Mentre Annalisa Muzio festeggia, i Visitors annunciano l’invasione su whatsapp

Ballottaggio / Mentre Annalisa Muzio festeggia, i Visitors annunciano l’invasione su whatsapp

9 Ottobre 2021 0 Di Maria Corsetti

Invitata da una candidata della Lista Muzio alla cena di post elezioni, mi ritrovo in mezzo all’unico gruppo che sta passando serenamente questi giorni. L’annuncio è che domenica 10 ottobre si scioglierà la riserva circa l’indicazione ai propri elettori per il voto del ballottaggio.

Ho sentito parlare di Zaccheiani, di Colettiani, quindi questi forse sono i Muziani. Comunque si chiamino sono tutti contenti anche se… se con cento voti in più scattava il secondo consigliere. Fermi tutti, capisco che quando di voti se ne sono presi più di tremila (un’enormità) cento possono sembra un’inezia. Ma ognuno si metta a pensare a cento persone che conosce e si chieda se lo voterebbero. Magari sì, ma magari hanno il voto impegnato già da un’altra parte e comunque si è candidato il nipote, il cognato, il figlio del vicino di casa e bisogna pur dare una mano, che qui il voto è segreto, ma specie quando un candidato è deboluccio, si vede subito se nel seggio X non ha preso nulla. E se non ha preso nulla, è perché nessuno lo ha votato. E poi ti tocca incontrarlo in ascensore tutti i giorni. No, non è per niente facile intercettare cento voti. Sopra quelli presi, ogni voto in più è come scalare una montagna, oltre una certa altezza ogni metro è una conquista.

Annalisa Muzio ha ottenuto un ottimo risultato personale e ora deve scegliere. E suggerire la sua scelta a chi l’ha votata.

Dalle parti di Zaccheo dicono che non ne hanno bisogno, che praticamente il 17 e il 18 si tratta di sbrigare una formalità. Intanto su whatsapp e sulla posta elettronica piovono esortazioni al voto e a “non disperdere” il voto (questa cosa in genere si dice al primo turno, per fare secchi quei tanti fastidiosi sindachetti che con la loro candidatura rovinano la festa sul più bello, arrestando la marcia dei presunti vincitori al meno pochissimo, ma meno).

Non parliamo poi dei presagi funesti in caso di vittoria di Coletta. Che stando sotto un bel po’ per cento non dovrebbe fare tanta paura. Invece piovono da più parti, mica solo da quelle di Zaccheo, immaginari funesti – che Coletta non vince, ma se vince (mani sotto la scrivania a sottolineare) – di un futuro in mano ai Visitors pronti a scacciare l’intero Consiglio comunale per insediarsi in Piazza del Popolo con l’unico scopo di sbranare gli abitanti di Latina.

Beninteso, in casa Coletta non stanno affatto sereni. D’altra parte l’ostacolo è piuttosto alto, meglio non guardare a proseguire a testa bassa. I whatsapp sono un tantino lagnosetti. Sarebbe meglio dichiararsi disperati e chiedere, chiedere e basta. Alle volte funziona e comunque le strade del voto sono insondabili.

 

Annalisa Muzio si gode la serata e nulla trapela su eventuali accordi sotterranei per il dopo. Per ora va bene così. In questi giorni un po’ ibridi è lei a rappresentare la terza forza politica della città, che suona come quando si dice che Latina è la seconda città del Lazio. Dopo Roma. Però oggettivamente è così.

Cerco di capire cosa ha di diverso questo gruppo dagli altri.

La cosa diversa è che credono in loro stessi. Vengono quasi tutti dal mondo dello sport, da quel mondo che si pratica con fatica e con passione per la voglia di farlo più che per quella di gareggiare. Qui l’importante è fare, la gara poi si stabilisce da sé. Capisco che non molleranno perché non è nelle loro corde. Quando ci si mette in marcia per una maratona bisogna arrivare alla meta. Sfiniti, ma si deve arrivare.

La prima eletta, Shada Vitali, è giovanissima.

Annalisa Muzio propone una riflessione. E la sua riflessione apre tanti miei perché.

«La cosa singolare è che i quaranta-cinquantenni sono disinteressati alla politica». Aggiungerei anche i trenta-quarantenni. «Invece i giovani – e cita Valeria Campagna di Lbc, Leo Majocchi del Pd e Andrea Chiarato di FdI – hanno dimostrato interesse e coinvolgimento. C’è un buco tra gli ultracinquantenni, che si occupano di politica e questi giovani. Dove stanno i quarantenni?». A pensarci per chi li ha preceduti, gli ultracinquanta-ma-anche-ultra-sessantenni, Latina era (ed è?) terreno di conquista, non la propria città. Ma per questi ragazzi della terza generazione, forse la quarta, nessun altro luogo può essere loro come Latina.

La generazione di mezzo? Sospesa come sempre. Tra le macerie ideologiche del ’77 e quelle reali delle Torri del 2001. In mezzo c’era il 1989 e la caduta del Muro. Ma oggi quella generazione bastarda, quella dei nati tra gli anni ’60 e ’70, chiede di innalzare nuovi muri. E neanche riesce a interessarsi della politica della propria città. Qualcuno fa eccezione, qualcuno più giovane si presenta. Si ricomincia da qui.