Gatto

Gatto

10 Novembre 2021 0 Di Lidano Grassucci

Dio mio la giornata, quanto è lunga da fare tutta. La mattina apro la finestra per respirare, antichi bisogno del dna che resta contadino. Aria, aria, datemi aria. Un respiro “tutto d’un fiato”, poi provo ad andare per questo mare. Ciascuno avrà, in corso d’opera, le sue sante ragioni, io abbraccio i miei torti.

Con aria dotta mi spiegheranno la vita mia lamentandosi senza pensare a me che sono costretto a viverla e non la risolvo.

Cerco sempre nelle pieghe quella libertà per cui sono nato in odio ai doveri per cui fui educato restandone allergico.

La giornata si fa di minuto in minuto e il minuto dopo è già storia.

Ma s’io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni
Credete che per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi (a sedere!), avrei scritto canzoni (avrei)
Va beh, lo ammetto e mi son sbagliato e accetto il “crucifige” e così sia
Chiedo tempo, son della razza mia, per quanto grande sia oh, il primo che ha studiato

Francesco Guccini, L’avvelenata

E quante storie ricordo, quanto ricordo mi manca per i minuti a venire.

Sei mancato in questo, in questo hai girato la ruota al contrario, in questo non ci hai messo la testa, qui non hai capito.

Ma qual è il quesito? Si farà sera, ci sarà il mio gatto ad aspettarmi non chiedendo altro che di giocare un poco, lui che se ha fame uccide, se ha sete beve, se vuol giocare ha un amico da rispettare. Lui che è libero e ora che ricordo una sua lontana parente, mi allevò da piccolo. Una micia che condivideva con me una solitudine lunga e mi insegno a giocare, a riposare, a vedere la bellezza nella felina eleganza. Sarà per questo che il gatto mi parla ed io capisco anche l’amore del giorno che mi ha portato a questa sera.

Vieni bel gatto, vieni sul mio cuore amoroso;

trattieni i tuoi artigli
ch’io mi sprofondi dentro i tuoi begli occhi d’agata e metallo.
Quando a bell’agio le mie dita a lungo
ti carezzan la testa e il dorso elastico,
e gode la mia mano ebbra al toccare il tuo corpo elettrico,
vedo in spirito la mia donna:
profondo e freddo come il tuo, il suo sguardo, bestia amabile,
penetra tagliente come fosse una freccia,
e dai piedi alla testa
una sottile aria, rischioso effluvio,
tutt’intorno gira al suo corpo bruno.

 Charles Baudelaire