Tesi riformiste, appunti politici  in tempi non politici

Tesi riformiste, appunti politici in tempi non politici

12 Ottobre 2022 0 Di Lidano Grassucci
Mi appassionano, e tanto, i fiumi carsici. Trovo banali , invece, i fiumi quando scivolano sul piano. Non mi appassionano i nomi. I nomi, i capi sono categorie che riguardano coloro che intendono la vita come fideismo. Norberto Bobbio diceva: o stai dalla parte del Re, e quindi sei un fedele; o stai dalla parte degli ultimi e quindi sei condannato al pensare collettivo. L’io, la ragione del capo, è il pensare delle destre: De Gaulle era libero, sinceramente democratico, ma il suo era essere “salvatore della Patria”, diversa è l’idea collettiva del salviamo le nostre libertà, non per la tenacia di uno, ma per la consapevolezza di tanti. Tenacia/consapevolezza, la tenacia è nella esaltazione dell’eroe. Democratica è la consapevolezza che ha bisogno del “collettivo” ed il collettivo ha bisogno di elaborare, di creare terreni di confronto, l’eroe è tenacia, soluzione individuale, genio.
La categoria dell’eroe è nel dna dei conservatori che cercano il campione, colui che li deve difendere dal nuovo che è, comunque, male.
A destra debbono bloccare il “nemico alle porte”, debbono dare soluzioni rapide, facili, a paure estemporanee e cangianti. Oggi gli immigrati, prima i comunisti, passando per l’onnipotenza del sindacato, il peso dello Stato e fate voi. I messicani sono troppi? Trump fa il muro. Le fabbriche chiudono? Trump mette i dazi. Facile, immediato, comprensibile. C’è rapporto causa effetto.
La consapevolezza è altro, è capire i fenomeni, elaborare pensiero, condividerlo. Se c’è immigrazione, c’è bisogno di “redistribuire” le possibilità tra nord o sud del mondo, c’è l’idea che il muro è la linea Maginot di oggi, ed è ridicola e farà ridere della sua inutilità a occupazione del Belgio avvenuta. La risposta facile è farsa, se c’è la capacità di elaborare consapevolezza.
La sinistra ha il dovere di elaborare per poi incarnare nella utopia della giustizia, la prassi del giusto che è una nuova cultura del lavoro, con diritti non tanti a pochi e niente a tanti, ma gradualmente sempre di piu’ a tutti.
Se c’è gente che va a piedi e gente che gira un Alfa Romeo duetto: il conservatore impedirà ai tanti di prendere la patente, pretenderà l’esclusiva della guida; la sinistra porrà la questione di dare a tutti la possibilità di avere l’auto, magari passando per un apetta Piaggio prima, mentre si migliorano le prestazioni del Duetto.
Tenacia contro consapevolezza, prudenza contro coraggio.
Il discrimine non è moderno-antico, non è vecchio o nuovo, queste sono categorie dell’orologio non della politica. E’ vecchio Cavour davanti a Mussolini? Hitler è piu’ giovane di Thomas Jefferson, la categoria dell’orologio è senza torti o ragione, è cronologica. La politica non è tempo.
Chi si presenta dicendo “sono nuovo”, non dice semplicemente nulla, fa cronologia non politica. Devi dire se sei consapevole dei temi di domani, di oggi, o se stai col “genio” con l’eroe.
Come ti poni nel rapporto uomo/macchina? Nel nodo del “tempo” che la macchina rende all’uomo, ricrea tempo libero, o nel nodo dell’inferno creato della macchina che toglie “lavoro” all’uomo, fa deserto delle fabbriche?
Non è tema di marginalità, l’ho capito in un discorso sui robot di Riccardo Lombardi negli anni ’80. Lui non era tenace, era consapevole. Questi temi oggi? Oggi da un lato le macchine, dall’altro l’operaio “macchina” cinese o indiano, riportano i problemi al pettine, ma di questo non c’è voce dentro i partiti, tutti.
Se i conservatori si salvano nell’eroismo, nella fedeltà di Lancillotto, i progressisti hanno la sola arma della elaborazione collettiva, se manca questa manca la ragione per stare nella polis.
Ho citato Lancillotto nella sua fedeltà militaresca ad Artu’ e il suo amore per Ginevra, il primo agire è nella gerarchia del mondo nella necessità di “conservare” il regno ed il Re, la sua “divinità” nella polis perfetta, il secondo è umanità che fa percorsi non eroici, forse neanche giusti, ma umani. La destra è il mantenimento di equilibri, è il muro all’invasore, la sinistra è amore rischiando l’invasione.
Amore che non è supina accettazione dell’evento, ma capacità di amare comprendendo l’amore stesso, e quell’amore “ingiusto”, “blasfemo”, “non nobile”, è la nobiltà della libertà di domani, è il sale della contraddizione che il “fedele Lancillotto” difende per non mutare ieri, l'”innamorato Lancillotto” rompe per il domani. Vedete nella stessa persona la contraddizioni nella prassi, perché è difficile capire se non si entra nella logica della consapevolezza, avere coscienza di cosa si fa.
Non entro nel dibattito presente nei partiti, nelle parti della società, mi interessa l’interesse a tornare a pensare pensando, a cercare gli strumenti per capire la società e non ad agire nell’intento di “governarla”