
La guerra dei cellulari al Majorana e… basterebbe ascoltarsi
18 Ottobre 2022Ha fatto tutto il liceo, tutta l’università senza mai telefonare a papà. Ma non sono un eroe, tutti quelli della mia generazione e di tutte quelle prima e anche di quelle dopo quando uscivamo di casa eravamo senza controllo alcuno. Insomma dovevamo cavarcela da soli. I genitori? Facevano del loro meglio a conforto della scuola dove c’erano professori considerati “sapienti” e non come ora “sfigati tremendi”.
Al Majorana, uno dei licei di Latina chiedono ai ragazzi, sono belli grossi, di consegnare i cellulari almeno durante le lezioni. Badate bene, il cellulare non la catenina d’oro, non il portafoglio.
E comincia un calvario: il cellulare costa tanto, chi ne risponde in caso di furto, in caso di rottura?
Possono essere quei “pezzenti” della scuola che hanno cellulari comperati con lo sconto da Expert, o su e-bay.
Una lezione su Dante non vale certo un I phone, un mondo di colori da conoscere non vale i pixel dello schermo di ultima generazione.
Ora che ci penso anche io senza il mio telefonino sarei perso, dio mio la mia comodità è diventato il mio padrone. Anche io darei me stesso per il mio cellulare che, se gli chiedo di Dante, mi fa la dichiarazione a Beatrice. Stavo per fare una reprimenda ad una generazione diversa dalla mia, ma io sono anche peggio.
Solo che… ora potrei telefonare a papà per dirgli che sono qua ma lui mica c’è. IL mondo cambia, cambia e non possiamo fare i moralisti, ma possiamo questo si abbassare i toni, cercare di capire.
Ascoltavo Fabrizio De Andrè, papà Nicola Arigliano e diceva di me “che non capivo niente”, ora ascolto anche Nicola Arigliano nel suo jazz elegantissimo, come a papà sarebbe piaciuta smisurata preghiera di De Andrè.
Basterebbe ascoltarsi, magari non solo per telefono.
C’è un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per chiudere le braccia.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace
Sacra Bibbia, Qoelet
C’è un tempo per telefonare e c’è un tempo bellissimo in cui puoi ascoltare e poi telefonando raccontare quel che hai conosciuto e prima non sapevi. C’è un tempo per la scuola.
C’è un tempo bellissimo, tutto sudato
Una stagione ribelle L’istante in cui scocca l’unica freccia Che arriva alla volta celesteIvano Fossati, C’è tempo