
L’aula consiliare di Sezze si toglie il cappello davanti al compagno Bernardo Velletri “eversivo”
24 Ottobre 2022Ma a noi piace pensarlo ancora dietro al motore
Mentre fa correr via la macchina a vapore
E che ci giunga un giorno ancora la notizia
Di una locomotiva, come una cosa viva
Lanciata a bomba contro l’ingiustizia
Mentre fa correr via la macchina a vapore
E che ci giunga un giorno ancora la notizia
Di una locomotiva, come una cosa viva
Lanciata a bomba contro l’ingiustizia
Francesco Guccini, La Locomotiva
Tuona la sua voce, i tribuni della plebe hanno la voce forte, la scorza forte. Poi sanno ridere, sanno vivere perché dedicarsi alla causa non e’ non avere canto. Anzi…
Scrive all’ex sindaco di Sezze Sergio di Raimo parlando al compagno, del partito, di Sezze rossa. Guardala oggi così delicatamente sbiadita.
Lui è Bernardo Velletri, comunista.

Meglio un setino comunista che ha un senso tutto suo, come se fosse un setinocomunismo, un comunismo di contadini che non avevano la terra, come operai senza fabbrica, come marinai senza mare, uccelli senza cielo.
Dire ultimi é dire niente, dopo gli ultimi. Ma lui era nato sovversivo, lui era già Velletri e un Velletri resta nel suo nella certezza che ci sarà eguaglianza, nel socialismo che verrà mentre si fa. Bernardo parla forte, come parla il figlio Luca, tuona. Voi reazionari temete, voi padroni di una terra non vostra tremate.
Bernardo era eversivo. Il resto si aggiunge. Mi chiedeva al bar Turi Rizzo a Latina, dove andava a leggere il giornale, ogni mattina “che fanno i compagni?”. Il partito era la… Comune di Parigi.
E Sezze? Lo ricordano Bernardo nella sala consiliare di Sezze, “i comuno” che significa la cosa che abbiamo insieme, per cambiare il presente. Parlano i compagni di una vita, anche quelli che erano da un’altra parte. Dicono che lui dialogava con loro, vero ma lo poteva fare perché era sicuro del compito suo: fare degli ultimi i nuovi primi ma non per nuovi ultimi, ma per essere eguali .
Luca, il figlio, ricorda che Bernardo cantava, cantava bene, come Luca. Ricorda di una compagnia americana che doveva prenderlo a cantare, ma non cantano i “sovversivi”, di “razza sovversiva”. E Bernardo capì che bello come il canto c’è solo la rivolta, la rivoluzione.
Dicono che il canto sia qualche miracolo donato agli uccelli e agli uomini che conoscono l’umiltà per l’orgoglio di fare bellezza… esattamente come la rivoluzione.
Così ricordo il mio amico Bernardo, quello che quando ho cominciato il mio mestiere di raccontare mi incuteva timore per quanto era grande. Poi ci siamo parlati, riparlati, sentiti, capiti, contrastati ma la terra e la fede uniscono e fanno scoprire diversità meravigliose.
Sapete un tempo davanti ad un socialista ci si toglieva il cappello, Bernardo era un riformista lepino, io mi tolgo il cappello.
Si chiamava Temistocle il primo sindaco socialista di Sezze, manco a dirlo di cognome faceva Velletri. Il fascismo doveva venire ancora con la sua furia, ma il seme, il seme di una vita diversa era messo “dentro agli suleco”, era manco seme era testardo “cipollitto”
Prendo in prestito una frase di Eduardo De Filippo che in Natale in casa Cupiello diceva di una famiglia a cui affidare lavori di delicati “queste sono razze di fiducia”. Bernardo era dei Velletri “razza sovversiva”.
La cerimonia era organizzata dal gruppo consiliare del Pd, Armando Uscimenti e Sergio Di Raimo, dalla associazione degli ex consiglieri comunali. Un atto di doverosa memoria.
Luca Velletri si era seduto nello scranno dove sedeva il padre e con il tono di voce che è degno di chi deve farsi sentire non alle orecchie ma all’anima tuonava forte.
All’incontro erano presenti: il consigliere regionale Salvatore La Penna, l’assessore regionale Enrica Onorati, l’ex sottosegretario di Stato Maria Teresa Amici, l’ex sindaco Giancarlo Siddera, l’ex deputato Lelio Grassucci, l’ex senatore Claudio Moscardelli, il sindaco di Bassiano Memmo Guidi, Titta Giorgi e molti consiglieri comunali