
Violenza contro le donne, le sfumature che fanno male
26 Novembre 2022Mille storie, qualche storia, tante omissioni.
Una giornata contro la violenza sulle donne. E giù commenti su occhi neri, lividi, e sulle morti, femminicidi li chiamano. Ma forse, dico forse, non è solo questo: la violenza è anche indifferenza, far finta che non ci sia ciò che c’è. E’ violenza sentirsi padroni dell’altrui vita, del negare la possibilità di vivere in mille forme diverse. E’ uccidere il talento, è negare le possibilità, è giustificare con l’amore ciò che alcun odio giustificherebbe.
Non è facile, mia madre fu offesa una volta che un medico gli disse “signora non si sarà messa in testa di far curare suo figlio da me, non ha i soldi”. Se ci fosse stato mio padre non sarebbe andata così, quel signore era “uomo di rispetto”, quel signore “non alzava un dito contro una donna”, ma sanguinava la ferita delle sue parole.
Violenza ad una donna è dirle “non puoi”, “non è per te”, “non puoi amare” ma solo essere oggetto di altrui desiderare. Violenza è negare le lacrime sminuendo il pensare, è approfittare dell’amare. Violenza è la paura davanti al padre, al fratello, all’amico che passa dalla tenerezza di conoscerti, alla prigione di negare anche l’autonomo esistere, parlandoti di amore, con tanti regali, di mille cose, tranne della libertà.
Non è facile e nessun uomo di questa terra è nella esenzione da degenerare e fare il padrone.
I cattolici si pentono dei peccati, delle opere ed anche delle omissioni. Non avevo capito bene cosa volessero dire queste specifiche, ora ho capito: violenza è non agire quando si dovrebbe anche nei confronti di se stessi.
Discorso difficile, meglio indicare un orco, segnare il numero dei lividi sulla pelle, non contando quelli nell’anima.
Dio mio quanto dolore ed io non sono meno boia, altrimenti sarei falso, nell’ipocrisia dei buoni senza alcuna bontà.
Sono presidente della giuria del premio Camilla di Priverno, lì arrivano mille storie di donne da premiare. Mille e bellissime, ma io cerco sempre di vedere quelle loro eccezionali caratteristiche nelle donne che segnano la vita degli uomini e la mia e trovo l’unicità eccezionale di ciascuna che entra con un granello di bontà e ora sono arrivato ad una spiaggia grande, grande. Certo mille spine ha la rosa, ma ho visto le mani di mio nonno cosi dure da non sanguinare se ci infilavi un chiodo prendere una rosa con tanta dolcezza che parevano ali di farfalla. Questa “presa” auguro oggi sebbene ho mani che sanguinano.