
Latina, la Marcia di Radetzky e Bella Ciao. Spettacolo di Capodanno e doppio concerto
3 Gennaio 2023Per il secondo anno il mio Capodanno consiste in: spettacolo la sera del 31 dicembre al Teatro Moderno, concerto alle 19 del primo gennaio al Teatro Moderno. Nel 2020 non era stato possibile per ragioni di ordine mondiale, ma il 31 dicembre del 2019 stavo sempre al Moderno.
Ricordo ancora l’ultima volta che sono entrata al Teatro D’Annunzio, era il primo gennaio del 2018 per il Concerto di Capodanno del Campus. Come sempre se ti sedevi dalla parte sinistra della platea c’era il congelamento assicurato per quel vezzo di lasciare sempre la porta della platea aperta e in combinato disposto con la porta di sicurezza adiacente aperta. Gli addetti del Comune la chiudevano in continuazione ma non c’era verso, qualcuno stava lì pronto a riaprirla. Però è il Concerto del Campus era bello, tanto. Aveva un significato, era riconosciuto e rispettato da tutti.
Qualche anno prima ero andata anche allo spettacolo del 31 dicembre del D’Annuzio, ma era talmente brutto e neanche a dirlo che arrivava una corrente fredda costante che, quando a mezzanotte c’è stato l’intervallo per vedere da Via Umberto I uno scorcio dei fuochi di Piazza del Popolo, me ne sono andata a dormire che tanto l’anno nuovo era arrivato e non era più obbligatorio rimanere svegli.
Quest’anno, messa di fronte all’opzione Moderno/D’Annunzio, ho scelto il primo senza neanche sapere cosa offrisse il secondo.
Il D’Annunzio ha un problema che nessun intervento può sanare. Trasuda gelo, non solo in senso fisico che già basterebbe. Ai tempi della sua direzione, Luca Barbareschi lo letteralmente incartò con la moquette nera. Il risultato faceva un certo effetto, non voglio neanche sapere quanto costò quell’operazione durata il tempo della serata di gala.
Tra il palco e il pubblico c’è una distanza che diventa una cesura. Per riempirla devi almeno avere la platea piena che rende umana quella sala grande senza anima.
In questi anni il D’Annunzio non mi è mancato, spettacoli e concerti sono stati limitati solo dalla pandemia, ma Moderno, Circolo Cittadino e Teatro Ponchielli hanno garantito un’offerta variegata con punte di ottima qualità. A pochi chilometri Clemente Pernarella continua a fare di Pontinia un centro di riferimento per il teatro. Clemente, lui sì che un’anima al D’Annunzio l’aveva data. Quindi, per la logica della pubblica amministrazione, meglio che sia bravo altrove.
Ma veniamo al 31 dicembre del Teatro Moderno: “Il mistero del calzino bucato” è una commedia deliziosa e recitata benissimo. Nei dieci minuti tra la fine dello spettacolo e il count down della mezzanotte, mentre veniva allestito panettone e spumante, gli attori hanno riempito in qualsiasi modo ogni secondo perché la regola vieta che ci sia un vuoto, uno spazio nel quale il pubblico possa perdersi.

Il mistero del calzino bucato
Scritto e diretto da Marco Zadra, “Il mistero del calzino bucato” sarà in scena al Teatro 7 di Roma dal 10 gennaio al 5 febbraio e io ho intenzione di tornare a vederlo.
E poi c’è stato il primo gennaio al Moderno, con il concerto organizzato da Stefania Cimino. Una bella orchestra è già una gioia per gli occhi nel giorno dei buoni propositi. Il palco è pieno, piena la platea. Arie d’opera e musiche viennesi, una selezione accattivante, augurale, quello che ci vuole a Capodanno. Il Brindisi della Traviata e per concludere stanno già tutti pronti a battere le mani con la Marcia di Radetzky.
L’avvocato Giovanni La Penna si alza ed esce indignato. Ma come si fa in Italia ad essere contenti per la Marcia di Radetzky, ma un po’ di storia e poi almeno fosse una musica bella, ma è una marcetta semplice semplice. Incontrovertibile. Provo ad argomentare che il significato storico è superato, che è una tradizione di Capodanno e nessuno pensa più ai moti di Milano. Mi ribatte che proprio ora che c’è una guerra, che non si gradiscono le esecuzioni degli artisti russi che non si sono dissociati da Putin, e magari non si sono dissociati solo per continuare a vivere, si dovrebbe riflettere di più sulla nostra storia. Ineccepibile.
Penso alle strade strane della musica, specie di quella più semplice da fare propria. Penso ai miei studenti indiani che in discoteca ballano Bella ciao, per loro è una canzone pop. Gli piace da morire, non hanno la minima idea di cosa significhi e la canterebbero volentieri a squarciagola come facevamo noi in gita scolastica con le osterie numero uno, due eccetera. Ho provato a spiegare ai ragazzi che c’è un significato, poi mi sono arresa.
Buon 2023 a tutti.
Il Concerto di Capodanno al Teatro Moderno è stato organizzato dall’Associazione di Promozione Sociale “I Giovani Filarmonici Pontini”, direttore artistico Stefania Cimino. Sul palco l’Orchestra Sinfonica di Latina diretta dal M° Simone Genuini. Con lapartecipazione straordinaria del mezzosoprano Eleonora Cipolla e del tenore Paolo Mascari.