Craxi e il buio della ragione che genera mostri

Craxi e il buio della ragione che genera mostri

19 Gennaio 2023 0 Di Lidano Grassucci

22 anni fa moriva Bettino Craxi, un leader del socialismo europeo e mondiale. Moriva in terra straniera per la pavidità di chi non gli ha consentito neanche le cure in Patria. Tutti erano rigidi nella paura di perdere una verginità che non avevano.

I cattolici servivano la loro chiesa, i comunisti la loro patria oltrecortina e ai socialisti non rimaneva che  essere italiani. I primi ed i secondi non pagarono prezzo per questo anzi, i socialisti furono neanche cacciati ma martirizzati.

Le monete lanciare davanti all’Hotel Raphael a Roma erano dare del Giuda ad un leader verso cui non riuscivano nel contrastare con la ragione, con l’argomentare. La politica della rappresentanza abdicava alla magistratura, alla morale, alla dicotomia onesti-disonesti e i primi avevano l’esclusiva di definirsi tali relegando gli altri alla gogna.

Magistrati che si facevano politici, ma non con i voti ma con le sentenze, giornali che si facevano megafono di questo nuovo potere dando vita ad una Italia disumana, ad una Italia delle relazioni, del liberismo impietoso, della abolizione di ogni ascensore sociale.  Una Italia in cui siamo tutti colpevoli solo in attesa di essere scoperti.

Dalla democrazia della partecipazione si passa alla democrazia delle rendite di posizione, della “integrità morale”, e la morale no ha uccisi tanti.

Quanta distanza con l’intuizione dei socialisti di mettere in campo una inedita alleanza tra meriti e bisogni. Una intuizione dentro un dibattito che coinvolgeva tutta la socialdemocrazia europea per affrontare in modo nuovo il confronto co il liberismo. I puri comunisti, ex comunisti, non ci pensarono due volte a sostituire i piani quinquennali sovietici, con il capitalismo senza argini americani. Si fecero democratici americani per paura di diventare socialisti europei.

Meriti e bisogni voleva esaltare la parte dinamica del paese per consentire quella crescita capace di dare risposte ai bisogni degli ultimi. Una società che no nega il talento, che riconosce il bisogno.

Guardatela ora questa Italia: università a numero chiuso, una scuola smontata nel suo prestigio sociale, una sanità pubblica che riduce l’offerta in nome di intraprese private pagate.  Aziende pubbliche svendute non a imprenditori ma a prenditori politicamente corretti.

Ma contava la forma non la sostanza, come con Moro dove nessuno, dico nessuno, ha umanizzato il confronto cercando prima di tutto di salvare una vita invece di sottostare alla ragione di Stato. Craxi e Paolo VI furono derisi, restarono invisi, quasi stranieri del pensiero. Salvare quella vita avrebbe fatto dello stato  leviatano uno stato umano.

Pensare che la bellezza è bella se è per tutti.

Ma la bellezza non piace a chi vede il male nel prossimo omettendo i difetti propri.

22 anni fa moriva Bettino Craxi in esilio.

Ps: ribadisco anche che da lombardiano non ne condividevo allora la prassi, ora è passato il tempo, non ha potere, ma resta la sua azione e aveva ragione.