Mi permetta un ballo sindaco Celentano, sono Damiano… Damiano Coletta

Mi permetta un ballo sindaco Celentano, sono Damiano… Damiano Coletta

16 Maggio 2023 1 Di Lidano Grassucci

A quei tempi era sempre festa. Bastava uscire di casa e attraversare la strada, per diventare come matte, e tutto era bello, specialmente di notte, che tornando stanche morte speravano ancora che succedesse qualcosa, che scoppiasse un incendio, che in casa nascesse un bambino, o magari venisse giorno all’improvviso e tutta la gente uscisse in strada e si potesse continuare a camminare fino ai prati e fin dietro le colline
Cesare Pavese, La bella estate

Ora manca la festa, tutti presi da alchimie complicatissime, da algoritmi da intelligenze artificiali. Fate festa vi prego, festa se siete vincenti, festa se siete sconfitti, festa se siete soli per stare insieme ed è già una rivoluzione

Sento il bisogno di dire che oggi con un sindaco nuovo mi aspettavo la banda. Ascolto Dimonios la canzone della brigata Sassari, che sprona con musica allegra ragazzi di 20 anni ad andare alla morte per  l’onore d’Italia e di Sardegna, ma suona a festa e la loro missione è cosa seria, a 20 anni ancora di più. Invece qui non trovo la musica, la cerco, non trovo armonia, la cerco.

A capa mia mamma non amava le feste, non ne faceva, questo mi porta a dimenticare compleanni a disertare feste con i coriandoli, ad odiare il Carnevale, a non aspettare Babbo Natale, a non credere più alla Befana ma la cosa non mi fa persona seria, ma più triste, più sola, più misera.

Io, a Latina, se contassi qualcosa farei due feste: la prima con quelli che hanno vinto, quelli che lo hanno quasi fatto e un’altra per chi ha perso con quelli che hanno quasi vinto. Perché nello spazio dei due quasi troverei i nuovi pensieri per essere meglio io nelle mie certezze.

Una grade festa con i Pooh, dall’altra i Nomadi, ma non nello stesso giorno ma due sere diverse per consentire a tutti di andare da tutti. Due feste con un cartello solo : “ridete Chiò ca quesso è niente e pe lo piagne n’è tempo presente, ma ve, ma ve e non state Cristo pregà”

Io farei così e inviterei anche mamma a ballare un valzer, ma il tango no quello lo ballerei con i miei sogni.

Mi permetta un ballo sindaco Celentano, sono Damiano… Damiano Coletta, sarebbe bello

Sa fide nostra
no la pagat dinari!
Aioh! Dimonios!
Avanti, forza paris

Avanti insieme cantano quelli della Sassari, questa è la chiave: non i denari ma la Fede, non divisi ma insieme. Sarebbe festa.

 

Copertina: Minuetto di Giandomenico Tiepolo