S’i’ fosse sindaco… ma Cecco sono e fui, giocosi versi in tempi senza versi

S’i’ fosse sindaco… ma Cecco sono e fui, giocosi versi in tempi senza versi

21 Maggio 2023 0 Di Lidano Grassucci

La sconfitta ha qualcosa di positivo: non è definitiva. In cambio, la vittoria ha qualcosa di negativo: non è mai definitiva.

Jose Saramago

 

S’i’ fosse sindaco farei…

Sceglierei i migliori ma non nei rimpianti. No no,  li sceglierei che sanno stare a tavola con la gentilezza dell’ educazione, la generosità della vita vissuta, nel rispetto del lavoro.

Li sceglierei così.

Li sceglierei capaci di fare i casi loro, ma solo un attimo dopo che hanno avuto cuore dei casi di tutti.

Li sceglierei migliori di me. Li sceglierei tra i santi ma non i più santi. Li sceglierei tra i demoni, loro dirimpettai, ma non i più demoni. Perché odio le perfezioni che sono solo ripetizioni amo le contaminazioni e i troppo buoni sono perfetti i troppo cattivi anche, noi uomini siamo nel mezzo e Dio anche lui è niente senza Lucifero e Lucifero nulla senza Dio, destini comuni.

Prima di tutto li sceglierei fantasiosi, capaci di pensare quello che io non so, perché se mi dicono quello che già so sono inutili.

Farei una camera dei saggi dove ospiterei tutti quei personaggi che han fatto prima di me quel che sto imparando a fare, per farmi indicare quel che fare, ma anche facendo il contrario è forte vedere le differenze.

Sceglierei i professionisti in tutto, anche negli errori.

E… andrei per strada dalla mia gente e non starei a palazzo tra altrui persone e offrirei caffè ma accetterei anche quelli che verranno offerti a me.

Farei poesia al potere e ciascuno reclami la sua. Farei cose nuove perché conosco ogni cosa vecchia. Io farei così, ma non mi daranno retta purché per fare questo ci vorrebbe fantasia e questa non è permessa.

Io farei così, ma chi sono io? Un menestrello, un uomo da bar, uno dalle mille storie di prima della città e altre mille e una nella città. Ma sarebbe bello ascoltare mille voci diverse e parlare di persone e non di muri

Non vogliamo più la verità. Dateci il sogno. Riposo non avremo, se non nelle ombre dell’ignoto

Gabriele D’Annunzio

Ma non preoccupatevi restano sempre i Cecco a far vivere la vita che non sta chiusa a chiavistello, ma vive nelle corse dei cavalli, nella bellezza del bello

S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le zoppe e vecchie lasserei altrui

Cecco Angiolieri