Quella volta che difesi Matilde con i valori delle critiche di oggi

Quella volta che difesi Matilde con i valori delle critiche di oggi

20 Agosto 2023 0 Di Lidano Grassucci

Dedicato ad un mio amico del sol dell’avvenire, lui sa perché

 

Credo di essere fatto male, non riesco a stare con chi comanda. Mi accusano di essere a priori contro il sindaco Matilde Celentano. Mi accusano di avere pregiudizi etnico-ideologici, condito col solito “vuoi male a Latina” nei confronti della giunta. Siccome sto bene a Latina, è città comoda, città che mi ha dato da vivere, credo giusto ricordare, a chi non ricorda, di quando stare dalla parte di Matilde Celentano non era comodo ed io l’ho fatto. Allora ritenevo giusto lo fosse in nome degli stessi principi che ora mi portano a criticare il sindaco. Non trovai conforto in alcun collega, ora vedo che sono in tanti a stare dalla sua parte.

Era il 30 marzo del 2017 e il consigliere Dario Bellini (allora di maggioranza e capogruppo di Lbc, insomma il Cesare Bruni di allora) trattò con sufficienza il consigliere Matilde Celentano. Ritengo e ritenevo il rispetto delle minoranze sacro, ritengo vile la prepotenza verso le minoranze e chiesi scusa a nome della città al consigliere Celentano per come era stata trattata. Allora dirigevo Latina Quotidiano e l’articolo uscì su quella testata.

Nelle medesime condizioni lo rifarei, perché sono i miei valori.

Ripubblico quell’articolo in calce a questo per dimostrare che allora non c’era da ridere, ed ora non c’è da ridere.

Chi fa il mestiere da raccontare deve essere fedele a quello che pensa e non al fugace pensiero del momento. Naturalmente non fui mai ringraziato per quella mia posizione, ma non era il caso, come non lo sarò di questa.

All’inizio del corso di Damiano Coletta miei vecchi amici andati per il mondo, tornati saputelli (come tutti i rientranti) digiuni di politica locale mi apostrofarono come servo del vecchio e loro erano nuovo. Ma ora dove sono?

Oggi mi dicono di essere d’accordo con me, ma so bene che lo sono perché pensano che io sia d’accordo con loro, ma non è così.

Io sono d’accordo con i miei valori, con la democrazia rappresentativa. Ricordo la mia critica al discorso di Pericle usato da Coletta nel consiglio della sua investitura. Pericle difendeva una “oligarchia diretta” (capisco che è complesso).

Quindi sono felice del consenso, certo dell’ingratitudine, ma questo dovevo a me e ai miei lettori.

E non l’ho con questo o con quello, ma dico quel che mi dice la testa. Aggiungeteci che resto socialista e se metti due socialisti avrai feroci discussioni e almeno tre correnti, ma pensare è bellissimo.

Pensare non ha bisogni di filiere di governo, di allineamento dei pianeti che sono cose da branco e da imitatori, ma ha bisogno di pensieri originali. Sindaco, faccia di testa sua, lasci filiere, consiglieri, capiscioni di cose che non sanno e governi la città, ma non quella dei muri ma quella delle persone in carne ed ossa.

Naturalmente tutte posizioni prese con firma, non ordinate da oscuri studi in anonimato.

L’articolo del marzo 2017

https://www.latinaquotidiano.it/le-scuse-della-citta-a-matilde-celentano-e-la-gradevolezza-mancata-di-bellini/?amp=1&fbclid=IwAR2If27pAzaxtPyiVepmnxtX6tRdX22cFsIQ2d3OE7qi_UNOnOz33NfBFUY