Latina l’ha creata sant’Antonio da Padova

Latina l’ha creata sant’Antonio da Padova

24 Agosto 2023 2 Di Lidano Grassucci

Mia nonna, Gilda Pagin, era una femmina a forma di femmina, razza Piave, podere 1071 Santa Fecitola.

Non era donna capace di tenerezze, del resto la vita non era stata tenera per lei.

In questo dibattito sulla cultura della città ho il dovere di riportare il suo punto di vista.

Parlava sono veneto e diffidava di chi usava altre lingue “nuantri non semo siori, i siori parla da siori”. E i “siori” parlavano italiano.

La città? La chiamava Littoria ma non era una definizione per lei figa, era come la città di dio per Sant’Agostino che non le apparteneva, lei era in quella degli uomini.

Ci andava in città lo stretto indispensabile e, se possibile, ogni altro posto era meglio.

Non aveva usato neanche l’ ospedale per far nascere le sue 5 figlie, tutte femmine.

Il marito (mio nonno) Graziano Bergamin poi in quella città di dio ci era morto, sotto le bombe di una guerra cretina ma dove si moriva davvero e lui ci è stato della partita.

La città non era fatta per lei, ma lei non voleva neanche viverci e compativa quei visi pallidi dei signori, parevano eternamente malati. Lei aveva le guance rosse (e un poco il cognac aiutava)

Aveva occhi chiari, che non avevano avuto neanche il diritto di piangere ma sempre il dovere di sopravvivere. Quando gli chiedevo dei posti belli che aveva visto: lei non aveva dubbio … Il caffè Pedrocchi a Padova, il resto era banale. Quando sono andato a Padova ci sono stato, nonna aveva ragione e il taxista che mi accompagnava mi chiese: da dove viene? Io d’istinto ho risposto : “da qui”. Ho pensato a lei sarebbe stata felice di tornare a casa e un poco io lo facevo in vece sua.

I fascisti? Non se brave persone, e mi raccontava del fratello Augusto che ogni primo maggio si presentava con il garofano rosso in piazza a Piazzola sul Brenta, e puntuali le botte, ma lui l’anno dopo faceva lo stesso. Fino a quando dovette andare in Belgio lasciando alla sorella un compito: “Non te desmentegar Gilda, non te desmentegar”. E’ morto socialista ma in terra straniera.

Ora Gilda dorme a Latina, al cimitero. Diventiamo, nonostante noi, del posto dove viviamo, ma non mi dite che è bella, bello e ‘ il caffè Pedrocchi, bella e’ la serenissima Repubblica di Venezia. Qui saremo belli ma ci vorrà il tempo suo. E la cultura? Nonna aveva negli occhi le ville sul Brenta, aveva guardato Dio e i suoi misteri con gli occhi di Giotto. Il razionalismo era la ragione di Galileo e i suoi dubbi. Il resto erano diventati i “siori” che vivono in case con bagno e riscaldamento a Piazza Roma, a lei toccava il podere con il bagno sul letamaio, i culi delle mucche sulla porta della cucina, e per tutto il podere solo una stufa economica a legna. Tanti ci sono morti, facile mettersi le medaglie di capitale difficile conoscere l’ umiltà di sopravvivere.

Questo ricordo lo debbo a mia nonna certo non donna di sentimenti, certo non dolce, sentimenti e dolcezza l’ho conosciuto dall’altra nonna-madre e di altra cultura. Ma… Ora che ci penso quando si incontrarono, le mie due nonne, neanche si capivano poi parlarono del santo, sì di Sant’Antonio e si trovarono nella medesima devozione: non erano “siore” erano madri e si capirono.

Latina l’ha fatta Sant’Antonio da Padova, l’ha fatta città degli uomini.