Tra Latina e Gaeta? Calandrini fa il pesce in barile e la Celentano resta col cerino in mano

Tra Latina e Gaeta? Calandrini fa il pesce in barile e la Celentano resta col cerino in mano

1 Settembre 2023 0 Di Lidano Grassucci

MORALE:

Un bel tacer non fu mai scritto.

Se non hai nulla da dire, meglio non dire

 

 

Questa o quella, per me pari sonoA quant’altre d’intorno, d’intorno mi vedoDel mio core, l’impero non cedoMeglio ad una, che ad altre beltàLa costoro avvenenza è qual donoDi quel il fato ne infiora, la vita

Giuseppe Verdi, Rigoletto

Sulla capitale italiana della cultura interviene, in nome della filiera di governo, il senatore Nicola Calandrini, capo di fratelli d’Italia della provincia di Latina. Tutti in attesa di una decisine forte, netta, ardimentosa. Ci sono in corsa Latina, la sua città (si è anche candidato sindaco, perdendo) e Gaeta. Nella vita devi scegliere, e la destra ha sempre soluzione nette, mica come quei pavidi plutocratici e democratici.

La candidatura dei Comuni di Latina e di Gaeta per il titolo di Capitale italiana della cultura rappresenta un’occasione unica per tutta la provincia pontina. Un’opportunità da cogliere all’unisono e non come elemento divisivo. Dice il senatore.

Da cogliere all’unisono come elemento condiviso. 

Cosa vuol dire? Stai con Gaeta o con Latina? Non possono essere all’unisono, per farla semplice, a prova di stupido, è come chiedere “vuoi carne o pesce?” e rispondere li vorrei ad unisono. Dice, ma che non sia divisivo:. Qui devi scegliere: se vai al derby tra Roma e Lazio, non tifi Roma e Lazio ad unisono e al gol della Roma non affermi che “non è elemento divisivo”.

Siamo alla botte piena e la moglie ubriaca.

Con chi stai?

Il senatore fa giri pindarici degni di arditi giocolieri, decisamente poco italico e patriottico:

Nel caso in cui l’ambito riconoscimento finisse a uno dei due Comuni della provincia, tuttavia, sarà importante collaborare insieme, con tutti i Comuni del territorio, per estendere le attività culturali, turistiche e promozionali a tutte le meraviglie che la provincia ha da offrire. Penso alle isole pontine, ai monti Lepini, agli altri Comuni costieri, come all’opportunità di far conoscere, per esempio con eventi enogastronomici o di turismo sostenibile, tutte le ricchezze di questi luoghi. Tutto ciò per garantire, alle migliaia di turisti che potrebbero arrivare qui, di fermarsi non solo 2 o 3 giorni ma di restare per almeno una settimana e soprattutto decidere di tornare ancora, per scoprire tutte le perle che il nostro territorio ha da offrire”

Insomma la cultura sarebbe vendere le mozzarelle, le caciottelle, le pagnottelle e di far stare la gente in albergo? Insomma una sagra, ma più in grande, per dirla come la pubblicità.

Gaeta o Latina? Le classi dirigenti dirigono, non attendono gli eventi.

E la filiera? L’allineamento dei pianeti? Gireranno la prossima volta, ora bisognerebbe scegliere, ma per farlo ci vuole ardire e il coraggio se non c’è, ti manca