Rassegna stampa con omissioni: Del Giaccio: “La scelta difficile di scrivere” #sto con Lillo

Rassegna stampa con omissioni: Del Giaccio: “La scelta difficile di scrivere” #sto con Lillo

2 Settembre 2023 1 Di Fatto a Latina

Ricevo e pubblico volentieri la vicinanza del collega Giovanni Del Giaccio oggi responsabile della redazione di Frosinone de Il Messaggero rispetto alla esclusione dei miei articoli nella rassegna stampa del Comune di Latina (tra l’altro anche oggi non ci sono, la povertà è proprio povera). Una vicinanza umana e professionale che apprezzo dinnazi alla pochezza di chi si sente il potere di “cancellare”, ecco cancellare è vile scrivere è dignità. Il resto fate voi. Chiudo ricordando le parole che disse mio cugino Lilli Catuzzi per mio nonno “Zio Lillo era l’uomo più testardo mai venuto in terra”, io gli sono nipote.

Buona lettura

 

LA LETTERA

Caro Lillo, dall’amena Ciociaria dove vivo e lavoro da oltre un anno mi sto appassionando a questo tuo racconto della crescente avversione di chi governa la città di Latina nei tuoi confronti e, al tempo stesso, della riscoperta del ruolo che hai (quello di raccontare) da parte di chi prima la guidava.

Sai che Latina mi ha un po’ “adottato” e fra i primi ad accogliermi ci sei stato proprio te.

Abbiamo scelto un mestiere infame, ancora più difficile in quel giornalismo “di prossimità” che in qualche modo in provincia – diciamocelo (perché come raccontava Domenico De Masi “citatevi tra voi, altrimenti non lo farà nessuno”) abbiamo contribuito a costruire in questi anni.

Difficile perché già riportare “la verità sostanziale dei fatti”, come ci impone la legge istitutiva del (dis)Ordine dei giornalisti rappresenta una sfida, farlo con chi incontri quotidianamente è ancora peggio.

Ma torniamo a chi oggi ti vede nemico giurato e un tempo ti cercava e viceversa. Va così, non sei tu a dovertene fare una ragione ma loro. Perché questo mestiere infame ci faceva, ci fa e ci farà raccontare. Senza cedere al facile “copia e incolla”, continuando a essere curiosi, mettendo in evidenza quello che non va rispetto alle solenni promesse – spesso sempre le stesse – facendo domande.

Sì, anche quelle scomode, in conferenze stampa che chiamano così, ma di fatto sono un mettersi in mostra di fronte alla propria “claque” di turno.

Ne abbiamo a bizzeffe di aneddoti, ma visto che spesso inviti a leggere, certi personaggi dovrebbero dare una sfogliata a “Dichiarazia” di Mario Portanova (Rizzoli, 2009) che fotografa alla perfezione quanto viviamo quotidianamente. Bersaglio di chi, spesso vittima delle sue stesse dichiarazioni roboanti o cadendo nello stesso errore di chi l’ha preceduto, vede in chi racconta il “nemico” giurato. Fabio D’Achille mi perdonerà se racconto di quando – mi sembra fosse la donazione della Fondazione Scienza e ricerca al “Goretti” – c’era da andare nuovamente a tagliare il nastro di un macchinario già inaugurato in pompa magna. Sbottai: “Aho, quando lo faceva Storace non andava bene e adesso sì?”

E visto che sei solito citare autori, ti saluto con Francesco Guccini: “l’oggi ha cambiato facciata, ma di quell’ieri passato io so che tante ne potreste raccontare e il ricordo stempera e non guasta quante cose e facce da narrare che come si dice un romanzo non basta”.

Ah no, scusa, tu hai un’aggravante. Sei come quel Lepino, tale Faciolone se non sbaglio, che “pe gli giusto se faceva accide”.

Giovanni Del Giaccio

PER SAPERNE DI PIU’

https://fattoalatina.it/2023/09/01/cancelliamo-il-sezzese-la-liberta-celentiana/