“La casa di Mattia” guida la riscossa dei Millennial

“La casa di Mattia” guida la riscossa dei Millennial

12 Settembre 2023 0 Di Maria Corsetti

La declinazione giovane del Festival della Comunicazione di Camogli  2023 – 1

Rischiava di essere il Festival dei Boomer, ma i Millennial hanno suonato la riscossa presentandosi con una freschezza che si può solo ammirare, con appena un po’ di benevolissima invidia.

Da una parte i Boomer hanno tirato fuori i pezzi grossi, da Beppe Severgnini a Mario Tozzi, a Piergiorgio Odifreddi, Monica Guerritore, Pietrangelo Buttafuoco, Aldo Grasso, Michele Serra, Paolo Crepet ed è impossibile ricordarli tutti, chiudo solo con Alessandro Barbero che all’ultimo momento non ha potuto esserci, ma che comunque c’è stato nell’imitazione di Fiorello, che c’era anche lui. Tutti boomer, giusto qualcuno della generazione di mezzo, la X, come Antonella Viola, Aldo Cazzullo, Pierluigi Pardo, che alla fine, sicuramente loro malgrado, vengono considerati boomer.

Eleganti, diversi, leggeri e sorridenti, senza alcuna pretesa di portare sulle spalle il peso del mondo i Millennial hanno dato una speranza di continuità al Festival della Comunicazione di Camogli nei secoli a venire perché tanto con i decenni non li abbatti i boomer.

È una strepitosa mattina di settembre, fare colazione seduta a un tavolino sul mare ascoltando la presentazione di un libro è un privilegio della vita. La selezione l’ha già fatta il Festival per me, quindi non ho neanche guardato il programma, mi sono seduta e basta, preoccupata solo dei gabbiani in agguato sulla balaustra e che guardano con troppo interesse la mia focaccia.

Il libro protagonista è “La casa di Mattia” di Mattia Alessio, cleaning influencer. Per un secondo a trattenermi è solo l’istinto di protezione verso la focaccia.

Mattia inizia a parlare, a raccontarsi. Da bambino rimaneva a guardare la lavatrice che girava e qualche frame di vita antica mi torna alla memoria. Lui poi ha sviluppato una passione per le pulizie, io no, ma forse qui è proprio conflitto generazionale. Io, sospesa tra i boomer e la Generazione X, cresciuta in un pensiero dove strofinacci e spazzoloni rappresentavano, e lo erano, una barriera architettonica nell’emancipazione della donna. Lui, millennial, è andato a vivere da solo a 24 anni e i timori della mamma sono stati tutti per l’uso della lavatrice. Che il cucciolo abbandonasse l’ala materna era normale.

Mattia ci introduce con entusiasmo al percarbonato, per lui le pulizie sono scienza. Spiega il mistero che c’è dietro a un detergente. Da lui apprendiamo che la candeggina delicata non è varecchina pallida, ma, chimica alla mano, è una cosa del tutto diversa .

Il momento delle domande è bellissimo, non è a rischio intellettuale contorto a cui interessa solo mettere in mostra la propria domanda fregandosene della risposta. Qui le domande sono concrete e le risposte interessano proprio a tutti. Faccio outing sulla mia di domanda: “A Latina l’acqua è molto calcarea, faccio bene se metto l’aceto nel risciacquo della lavatrice?”. Mattia si copre il volto con le mani, sgomento generale. E sono sicura di aver interpretato il senso comune di chi usa la lavatrice supertecnologica, ma non può fare a meno dei rimedi della nonna, fermo restando che io non ho mai visto mia nonna mettere l’aceto nella lavatrice. Mattia prende fiato e spiega una cosa che ha a che fare con il nichel, ma non saprei ripeterla. Il gabbiano mi guardava con una certa rivalsa. Apprendo che un miscuglio di acido citrico, con qualche goccia di olio essenziale andrebbe bene. Vado al firmacopie: “A Maria. Allora, l’aceto serve sicuramente a tante cose, tipo condire l’insalata. In alcuni casi funziona e anche bene ma deve essere aceto di alcol”.

La boomer incassa e va ad ascoltare i ricercatori dell’Università di Genova, ascoltare il futuro è una cosa bellissima.

 

Ps: tra la sorveglianza ai gabbiani e l’attenzione al bucato, non ho fatto una foto a Mattia, quindi metto la copertina del libro, tanto c’è lui