Dal codice della strada alle “vedette” da strada: La debolezza del governo delle “pene”

Dal codice della strada alle “vedette” da strada: La debolezza del governo delle “pene”

19 Settembre 2023 1 Di Lidano Grassucci

Multe più salate, che raddoppiano per le soste selvagge e quasi triplicano per chi guida al telefonino, ma anche una vendetta contro i nemici giurati di tanti automobilisti: gli autovelox.

Ansa

 

Leggo, rileggo, non mi capacito. Se continuiamo così stabiliremo la pena di morte per chi va in auto al fine di evitare la morte per incidente, verremmo giustiziati per evitare una morte “ingiusta”.

Ogni problema che c’è in Italia si inaspriscono le pene.

Non sto qui a citare Cesare Beccaria che spiegava che non è la durezza della pena a fare da deterrente contro il crimine, ma la certezza della pena. Ma non va di moda studiare.

Non ditemi che non capisco la tragedia delle morti per incidente:  mia madre è morta in un incidente stradale ed io stesso qualche anno prima ero finito non  male, ma di più, perchè vittima di un incidete stradale.

Ma nessuna pena draconiana mi restituirà mia madre o lenirà le ferite che porto in corpo. Eppure vedo soddisfazione verso provvedimenti di niente, prese in giro, ma capaci di attrarre titoli.

Diminuiranno gli incidenti quando saremo così diligenti da capire il male che possiamo fare e non sentirci immortali, quando saremo umili al mondo e non presunti padroni.

Non vanno inasprite pene che non verranno mai comminate, ma gestiti con saggezza i controlli, manutenute le infrastrutture e spigato ai ragazzi che l’immortalità non è stata ancora inventata: si muore in un attimo senza poter mai risorgere. Vedete è la vita difficile, dura, bara, la morte ha sempre  lo stesso tempo.

Vedo politici presi da se stessi che pensano che vita o morte siano questione di legge, no sono questioni di vita.

Vedo venditori di odio. Io per l’incidente di mia madre (travolta ad un incrocio da un’auto passata col rosso) non odio nessuno, ma conservo il mio amore per lei nella sua mancanza e non ho trovato in altro dolore la resurrezione dal mio.

Possiamo uccidere Caino, ma non risorgerà Abele.

Solo chi non sa del dolore può pensare al dolore della vendetta. Mi scuserete se ho parlato di me,  ma non mi piace un paese dove i nani fanno la voce grossa, le ballerine la spaccata e il pubblico non pagante applaude. Vorrei un paese di giganti capaci di giustizia.