Il segreto di Celentano e il Mossad di Coletta per la capitale della cultura “che non si può dire”

Il segreto di Celentano e il Mossad di Coletta per la capitale della cultura “che non si può dire”

24 Settembre 2023 0 Di Lidano Grassucci

Non so dirvi se c’è di mezzo il Mossad, se le altre città hanno assoldato la CIA o il Kgb, ma posso dirvi di certo che la cultura non può, non è, mai segreta. Dante dopo aver scritto la Divina commedia ha avuto un gran da fare per farla leggere, non l’ha segretata per tenerla per se. La cultura ha bisogno non di chiusure ma di aperture, ha bisogno di confronto, di incontro, di litigio, di contenzioso.

Una delle storie più famose su piazza Navona racconta che Bernini avrebbe scolpito la fontana dei quattro fiumi in modo che, la statua che rappresenta il Rio della Plata, sembrasse spaventata dalla chiesa di Sant’Agnese in Agone, opera di Borromini. I due litigavano col marmo ma il fatto che hanno litigato in quella piazza con la loro arte, ha fatto si che quella è diventata una delle più belle piazze del mondo. Non segreti ma palesi confronti fanno la bellezza.

Segreto? Ma che dite ci vuole litigio e confronto, sono segrete le cose brutte le cose belle si condividono. L’opposizione ha il dovere di chiedere, la maggioranza deve avere la cortesia di rispondere.

Il comune non è la maggioranza, non è la giunta, non è il sindaco è la città e la città non può avere segreti. I segreti stanno nel torbido. Ma cosa ci copiano Palazzo M? Il canale delle acque medie? O il buio dei portici di corso della Repubblica o la bandiera a brandelli a piazza del popolo? O il Key? O l’Icos? O il mercato coperto?

Cosa ci possono copiare, se ci possono copiare siamo banali e quindi non possiamo diventare capitale italiana della cultura. L’idea che ci sia “chi deve sapere” e chi “non può sapere” non mi piace perché la città resta una, ed una soltanto. La maggioranza non è una casta con riti iniziatici ma è provvisoria guida di una città che solo qualche mese fa aveva posizioni al contrario.

Qui, con questa amministrazione, tutto è complicato. Comincia a sorgermi il dubbio che ci sia qualcosa di inadeguato. I deboli hanno segreti, i forti hanno orgoglio di vantarsi delle loro idee.

IL PARADOSSALE DIBATTITO VE LO RIPORTO INTEGRALE MA RIDETECI SOPRA E’ VERO E CROZZA CI CAMPEREBBE DI RENDITA

L’opinione della maggioranza

Il sindaco di Latina Matilde Celentano interviene su quanto accaduto giovedì sera in Comune, durante un incontro tra l’architetto Daniela Cavallo, coordinatrice del progetto di candidatura di Latina a capitale italiana della cultura 2026, collegata da remoto, e in presenza l’assessore Annalisa Muzio e un gruppo di consiglieri comunali.

L’opposizione – afferma il sindaco Celentano – ha contestato il metodo di lavoro utilizzato per la redazione del dossier della candidatura, di prossima consegna al Ministero della Cultura. Ancora una volta ha preteso copia di quella che è l’offerta del Comune di Latina per la partecipazione alla gara nazionale, tacciando l’amministrazione di scarsa trasparenza e criticando il metodo di partecipazione e condivisione utilizzato per la redazione del dossier. Ebbene, sappiano tutti che, ad oggi, nessun Comune concorrente ha divulgato il proprio dossier. E non potrebbe essere diversamente”.

La contestazione dell’opposizione, prima ancora di essere esternata a mezzo stampa, ha assunto durante la riunione toni inaccettabili – prosegue il sindaco Celentano – rivolti con estrema veemenza all’indirizzo dell’assessore Muzio. Un’aggressione verbale da parte di un componente dell’opposizione, per giunta nella sede comunale, assolutamente da condannare, che ha spinto la mia delegata ad abbandonare il contesto, lasciando dietro di sé il silenzio assordante di tutti gli altri partecipanti alla riunione. Incomprensibile”.

Entrando nel merito dell’accusa di scarsa trasparenza, il sindaco Celentano replica nel seguente modo: “Partecipazione e condivisione sono consequenziali e attengono al senso di appartenenza e non di possesso del territorio, attengono ad una partecipazione dal basso, indotta e/o spontanea che vale moltissimo perché è il risultato di una percezione, è agire con consapevolezza e dunque responsabilità nei confronti del territorio e della comunità, è un agire concreto. Divulgare e diffondere sono invece tutt’altra cosa. Divulgare è rendere pubblico; diffondere è spargere, versare senza poter tenere sotto controllo dove va ciò che si sparge. Ecco, il progetto Latina26 ha sempre messo in pratica la partecipazione e condivisione dal basso. Basti pensare che sono arrivate oltre cento proposte, la maggior parte presentate spontaneamente, senza fare riferimento all’avviso pubblico. Non si è mai voluto calare dall’alto né lasciare che il progetto stesso non avesse una strategia, una gestione, affidandolo al caso: non avere reso pubblico il lavoro ed i contenuti è stata una forma di cura nei confronti del progetto stesso e una strategia perché si parla comunque di una competizione, e si è sempre voluto avere sotto controllo come e dove si muovesse il progetto affinché fosse il frutto di un lavoro coerente, scientifico ed emozionale”.

Dopo il 27 settembre, fa sapere la prima cittadina, comincerà il lavoro di divulgazione strategica del progetto per fare sì “che si parli di Latina per tutte le cose straordinarie che il dossier come scrigno ha raccolto”.

Celentano prende in prestito la metafora da Le città invisibili “ di Italo Calvino: Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra. ‘Ma qual è la pietra che sostiene il ponte?’, chiede Kublai Kan. ‘Il ponte non è sostenuto da questa o da quella pietra’ – risponde Marco – ma dalla linea dellarco che esse formano’. Kublai Kan rimase silenzioso, riflettendo. Poi soggiunse: ‘Perché mi parli delle pietre? E’ solo dellarco che mi importa’. Polo risponde: senza pietre non cè arco”.

Larco oggi è il progetto Latina26, le pietre tutti quelli che hanno voluto partecipare a questo progetto, a loro il nostro grazie più sincero”, conclude il sindaco Celentano

 

L’ opinione dell’opposizione 

“Nessuna aggressione verbale, ma solo toni accesi da tutte e due le parti”. Così i consiglieri di opposizione, Lbc, M5S, Pd e Per Latina 2032, replicano alle accuse della sindaca Celentano a proposito della discussione che si è aperta nei giorni scorsi nell’ambito del tavolo informale convocato dalla maggioranza e dei dossier sulla candidatura di Latina a Capitale della cultura che non sono stati resi noti all’opposizione.

“La sindaca Celentano si lancia in una difesa dell’assessora Muzio utilizzando tra l’altro la pagina istituzionale dell’ente per ragioni di propaganda politica – spiegano i consiglieri di minoranza – Dovrebbe piuttosto interrogarsi sull’evidente imbarazzo creato da Muzio nella sua stessa maggioranza. L’assessora infatti, visto che ormai non era più possibile porre domande alla professoressa Cavallo che si non era più collegata, ha pensato bene di alzarsi e sciogliere unilateralmente la seduta del tavolo, anziché proseguire la riunione o chiedere un rinvio. A quel punto ovviamente i toni si sono esacerbati, perché è bene ribadire che è stata la maggioranza stessa a chiederci di partecipare a questo tavolo informale che invece, dopo l’infruttuosa commissione, si è rivelato una ulteriore ed evidente perdita di tempo, per stessa ammissione di alcuni componenti di maggioranza. Suggestiva poi la citazione di Calvino (della sindaca? Mah!) ma il ponte su cui ci stiamo avviando, pietra dopo pietra, appare quanto mai traballante. Speriamo che si trovi il modo di verificare la consistenza del progetto presentato oltre l’ effimera presentazione e quanto portato a conoscenza delle forze di opposizione, per non perdere un’occasione preziosa per la città”.

“Nessuno di noi – concludono – voleva divulgare i contenuti del dossier ma ognuno di noi consiglieri, visti anche gli appelli rivolti dalla stessa sindaca, ha giustamente preteso di poter svolgere il proprio ruolo di indirizzo e controllo che si può svolgere solo sulla base della conoscenza delle carte. Abbiamo del resto più volte precisato in tutti i tavoli che come consiglieri siamo tutti tenuti alla riservatezza nell’espletamento della nostra funzione. Se alle belle parole di facciata poi non corrisponde una vera apertura che coinvolga davvero tutti i gruppi politici poi non si può pretendere che gli stessi non esprimano tutto il loro dissenso”.

L’opposizione