Latina capitale (forse) della cultura e… quando Bonito Oliva faceva le mostre nei capannoni del consorzio agrario

Latina capitale (forse) della cultura e… quando Bonito Oliva faceva le mostre nei capannoni del consorzio agrario

25 Ottobre 2023 0 Di Lidano Grassucci

Era il 1996, 28 anni fa. Oggi Latina è “segreta” nei piani per diventare capitale di cultura. Allora non voleva essere capitale ma dire la sua nel mondo nuovo che si affacciava a mezzi espressivi che non si dividevano, ma si contaminavano.

Latina Expo, la guidava Nazzareno Cecinelli ed era una società della Camera di Commercio allora presidente Alfredo Loffredo, diede incarico a Bonito Oliva, ripeto a Bonito Oliva, di allestire una mostra dentro i capannoni dell’ex consorzio agrario di via Don Minzoni a Latina. Per farlo risistemarono i locali allora abbandonato, all’ingresso di via don Minzoni ancora oggi campeggia su fondo bianco la scritta Latina Expo.

Ampi spazi, volta di copertura alla Pierluigi Nervi e dentro l’arte contemporanea. La mostra si chiamava Ineditoopern ’96. Sedici artisti locali, 16 artisti internazionali esposero lì. Linguaggi nuovi senza alcuna nostalgia, Latina presa nello scatto verso il domani fuori dall’eterno piangersi addosso di un Eden che non è mai esistito.

Patrocinio del Presidente della Consiglio dei ministri, Lamberto Dini, di Carlo Scognamiglio presidente del Senato, Irene Pivetti presidente della Camera e di Susanna Agnelli,. ministro degli esteri e altri.

C’era anche il presidente della Regione Lazio, tra i patrocini, Pietro Badaloni, il sindaco di Roma  Francesco Rutelli e di Napoli, Antonio Bassolino (Renato Nicolini assessore a Napoli alla cultura e Gianni Bornia suo collega di Roma). Naturalmente Ajmone Finestra sindaco di Latina. Capite che respiro? Latina parlava alla pari con Roma e Napoli. Il premio assegnato agli espositori era intitolato a Boccioni, Gli sponsor? La Rai, la Good Year, Pfizer Italia, Video On Line.

Ora lì, nei magazzini, non trovate opere d’arte ma zucchine e melanzane, pesce fresco e verdure. Bisogna pur mangiare, ma è chiuso ancora il teatro Cafaro e l’edificio è così solo.

L’arte contemporanea? No, dimenticatela qui si parla solo di urbanistica ormai datata, quella che non è tanto “vecchia” da essere storia, ma poco giovane da restare cronaca. Il limbo di un niente pieno…la mostra era un percorso che dovevi fare e rifare

“La multimedialità non potrà mai mettere in discussione l’arte perchè come modello è visibile già rintracciabile nella storia dell’arte. Basti pensare ai manifesti delle avanguardie storiche, ai grandi artisti di inizio secolo, a Wagner, il grande padre delle avanguardie, all’arte del passato, alla prospettiva rinascimentale, al Palazzo Spada, al colonnato di Borromini, già spazio virtuale,  per la ridotta lunghezza reale rispetto alla rappresentanza”

Achille Bonito Oliva

Allestimento della mostra: Paolo Vittori

Espositori Italia:

Marina Arlotta, Roberto Carbone, Carmine Cerbone, Mario Consiglio, Gianandea Gazzola, Dario Ghibaudo, Franco Giordani, Paola Lo Sciuto, Silvia Morera, Raffaella Nappo, Cristiano Pintaldi, Stefano Pisano, Milo Sacchi, Leonardo Santoli, Franco Scognamiglio, Natalino Zullo

Open

Krzysztof Bednarski, Darya Von Berner, Eliza Bonham Carter, Martha Boyden, Pierre Dorion, Freddy Paul Grunert, Ahn Sung Keum, Robin Heidi Kennedy, Miriam Laplante, Pierre Yves Le Duc, H H Lim, Matt Marello, Youri Tujimoto, Costas Varotsos, Colette Veaute, Li Xiang

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Senza nostalgie ma con lo sguardo dritto e aperto sul futuro