Caso Coletta, la libertà non tollera neanche il dubbio della discriminazione

Caso Coletta, la libertà non tollera neanche il dubbio della discriminazione

3 Novembre 2023 1 Di Lidano Grassucci

La libertà non sopporta neanche il sospetto della discriminazione. Quando accade una cosa la prima cosa che devi chiederti è “se fosse capitato a me?”.

La vicenda del figlio dell’ex sindaco Damiano Coletta, Emiliano, unico medico non rinnovato nel contratto di lavoro dalla Usl di Latina, di 61 è brutta.

Ho letto la risposta ufficiale della Asl che tra un mare di richiami giuridici, concorsi e controconcorsi è inadeguata perché se si giustificano hanno qualcosa da farsi giustificare.

Di tante cose mi si può accusare ma non certo di aver fatto sconti a Coletta sindaco, ora però è in gioco un principio e… Piuccio non era omo di lite ma pe lo giusto se faceva accide per dirla con il grande Cesare Chiominto. E non mi aspetto quando sarà la mia disgrazia alcuno sconto, so bene come va il mondo.

Esiste un bisogno di medici in un paese che non ne ha, esiste una emergenza sanitaria in un paese che ha difficolta a curare.

Il figlio di Coletta non so se sia un bravo medico o meno, sta di fatto che nessuno ha criticato il suo operato ergo non c’è la prova del contrario al suo buon agire. La Usl chiede al primario di cardiologia se quella figura serve e il primario dice sì. Ma la Usl dice di no.

Ora le ragioni per non rinnovare il contratto sono miliardi, il fatto che i contratti scadono è vero e nessuno è tenuto a rinnovarli, ma… se solo il suo non si rinnova il “sospetto”, “il dubbio” della diversa valutazione per lui c’è.

E la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto anche se Cesare ha i suoi difetti e io stavo con Bruto.

E’ una storia brutta, inelegante. Il mio ragionamento vale per ogni cognome, per Grassucci come per Coletta, come per Celentano, come per Bergoglio. Mi infastidiscono i cognomi noti nei telegiornali, nei giornali, ma mi incazzerei se a quei portatori di cognomi venisse detto: tu no perché ti chiami così

Su sessantuno uno, odio il sospetto ma per 60 contro uno la probabilità di una “estrazione” non proprio liscia ci sta e la libertà non tollera neanche il sospetto della discriminazione.

Questo debbo alla mia coscienza, poi ciascuno faccia i conti con la propria. E, vi prego, non ragionate per la vostra parte, ma nel principio.

Chiudo parafrasando l’intervento di monsignor Colombo al processo di Monti e Tognetti nel film di Luigi Magni “In nome del papa re”

Eh? Cercamo de esse preti. Io solo questo vi chiedo.
D’esse preti, che non ce perdemo niente.

Alla Asl, cercate d’esse medici…