Latina e le panchine: altro che capitale qua “semo n’drio come a coa del musso”

Latina e le panchine: altro che capitale qua “semo n’drio come a coa del musso”

4 Novembre 2023 1 Di Lidano Grassucci

Non avevo neanche capito come funzionava, mi intrecciavo a pensare  cosa fosse.

Del resto sono di questa banale città dove ogni cosa diventa retorica (sarà la maledizione dell’origine?), dove tutti la pensano uguale diventando ciascuno inutile per l’altro. Un mio sodale in missione a Cerveteri mi manda la foto di una panchina bucata nel mezzo. Una panchina che pareva una Golia: un buco con qualcosa intorno.

La guardo, la riguardo e alla fine capisco e mi vergogno per la mia città in ragione dell’orgoglio che mi viene per Cerveteri.

La panchina è fatta con due sedute ai lati e vuota nel mezzo per ospitare la carrozzina di un disabile, per farlo stare tra i suoi accompagnatori. E a Latina? Stiamo ancora a colorare le panchine. A Latina avevamo dedicato una panchina a Tiziano Ferro per poi fargli la guerra e dimenticarci di quella scelta.

Panchine per le carrozzine, capitale della cultura? Ma abbiamo bisogno di corsi di educazione, di buone maniere.

Mia madre veneta di Piazzola Sul Brenta, donna curiosissima, alla vista di questa panchina avrebbe commentato: “e noantri semo n’drio come a coa del musso” (noi qui siamo indietro come la coda dell’asino) .

Del resto a Cerveteri hanno avuto gli etruschi noi i mostri del totalitarismo con il vuoto degli uomini nuovi.