Il mito del tascabile e il vuoto in tasca, la politica culturale inesistente di Latina

Il mito del tascabile e il vuoto in tasca, la politica culturale inesistente di Latina

5 Novembre 2023 0 Di Lidano Grassucci

Allora: Riccardo Pedrizzi l’ha proposta, il sindaco Celentano l’ha ricevuto per poi conferire a Alessandro Panigutti la cosa, previa presa d’atto di Annalisa Muzio, per il riscontro di Nicoletta Zuliani, sentito il parere della commissione competente con Di Matteo, con il nulla osta dell’assessore al turismo Gianluca Di Cocco e interessata la Daniela Cavallo che ha in pancia il piano Latina capitale italiana della cultura 2026. Una folla, neanche un consorzio alimentare per dirla con Fabrizio De Andrè ha tanta folla. Senza contare il necessario parere di Vittorio Sgarbi.

 

Entriamo nel merito, il tascabile. Idea figa ma è di 50 anni fa e per attuarla mancano due cose (e una riconoscenza) manca il tascabile, i libri tascabili sono un residuo del mercato del libro, e manca Giulio Andreotti. Si perché quel premio aveva conquistato la fama nazionale perché a presiederlo era “il divo”. Il nostro è stato “capo” di questo paese non per un anno, ma per 70 e un altro come lui non c’è. Due mancanze difficili da coprire.

E la riconoscenza? Sarebbe stato bello coinvolgere anche nel tanto per parlare la famiglia di Edoardo Castagnini che insieme a Mario Ferrarese ideò quel premio che allora stava avanti, oggi sarebbe riproporlo negare la sua carica innovativa. Se fai la mostra delle carrozze trainate dal cavallo nel 1700 sei figo, se la fai quando sta tramontando il tempo anche del motore a scoppio rischi di radunare i reduci.

Latina vive del mito del già fatto: la bonifica, le terme, ora il tascabile… ma possibile che non ci venga una idea nuova.

 

PS: lo dico alla destra di Latina, ma se dovevate rifare tutto quello che hanno già fatto i democristiani a che cosa siete serviti. Pure gli uomini della Dc vi siete presi: Giacomo Mignano, Agostino Marcheselli, Alessandro Panigutti. Ergo? era meglio quando si stava peggio.

Volevo morire non democristiano, ma mi sa che mi toccherà questa sorte.

Un’ultima annotazione mi fa notare Aldo Castagnina, figlio di Edoardo che il premio si chiamava “Premio Latina per il tascabile” e mai si è chiamato Premio nazionale del tascabile. E mi taccio sul fatto che non abbiamo neanche più le tasche.