Davide doveva farsi uccidere 7/ Grassucci: Israele è la mia gente e il coltello di nonno

Davide doveva farsi uccidere 7/ Grassucci: Israele è la mia gente e il coltello di nonno

8 Novembre 2023 0 Di Lidano Grassucci

INTERVENTO DI LIDANO GRASSUCCI

Direttore di Fatto a Latina

Convegno: Davide doveva farsi uccidere da Golia. Latina Circolo Cittadino 30 ottobre 2023/atti 7

 

Non vi parlerò oggi di ragione, di ragioni, di storia, di geopolitica. Elementi che pure ci sono e mi portarono ad innamorarmi della storia del medioriente durante il periodo universitario, ci sarà chi meglio di me potrà farlo. Io vi parlerò di suggestioni, di sensazioni, di cose che mi vengono da dentro.

Premetto che sono socialista non pacifista, che la pace se ingiusta non è, non sarà, una mia meta. Sono per la giustizia e contro l’ingiusto rivendico il diritto di resistenza. Mio nonno Lidano mi insegno che il coltello serve a tagliare il pane, a sbucciare la mela, ma anche a riparare il torto e lo devi sempre avere. Ho pietà per i pacifisti come per i baciapile, non mi lego a questa ipocrita schiera e riparo il torto non perdono.

Detto questo entro nelle mie suggestioni. Ogni volta che vado nei ghetto di Roma, ogni volta che studio o mi occupo di storia, trovo nomi del mio posto: Sermoneta, Piperno, Sonnino, Terracina, Fondi, Di Segni, Di Veroli. Sono cognomi che raccontano di quando vivevamo insieme nelle nostre citta. Insieme. Poi rammento quella bellissima armonia che trovammo con il carciofo: i miei contadini lo sapevano coltivare come nessuno, ma i fratelli maggiori ebrei lo sapevano cucinare oltre ogni umana possibilità. Sono la mia gente da secoli e noi siamo questa gente.

Poi vi racconto di un uomo Quirino Ricci, detto Cucchiarone, che aveva già 5 figli, viveva a Bocca di Fiume, da Sezze vennero due amici ebrei a chiedergli di tenere i loro figli per salvarli. Quirino doveva scegliere tra mettere a rischio certo i suoi figli o restare indifferente rispetto a quei due bimbi. Non ci penso molto: lassatei atecco. Chiamò i suoi figli di sangue e gli disse “da oi, quischi su frachi vostri”. Naturalmente, allora come ora, ci sono baciapile, benpensanti, anime pie che non amano bontà ed ebrei che andarono dai fascisti e dai tedeschi a segnalare i troppi figli di Cucchiarone.

Si presentarono in forze: “sono tutti figli tuoi?”. Cucciarone non mostro incertezza: “Tutti”. Chiesero ai bambini: “sono tutti fratelli vostri”. I sette bimbi, tutti e sette, dissero “siamo tuchi frachi”. Senza possibilità di dubbio, netti. I tedeschi dovettero desistere dal loro intendimento. Salvo tutti e sette i suoi figli.

Quando lo chiamavano nelle scuole a raccontare questa storia c’era sempre un bimbo, o una bimba, più vivace che chiedeva “Sì, ma lei ha detto una bugia”. Cucchiarone premetteva: “i non dico le bucie”. Il bimbo curioso: “Ma non erano figli suoi”…. “no erano ditto la verità, erano frachi e tucchi figli me perchè tuchi i mammocci degli munno quando stato agli munno so figli a mi”.

Per questo sto con Israele, anche se dentro ho secoli di cristiane persecuzioni. Mia nonna, donna piissima, sentì una omelia bellissima di don Renato Di Veroli. La ascoltò con Tetta, la vicina di casa perpetua di un anziano prete di cui non ricordo il nome, che commentò: “che bella predica, ha fatto”. Nonna annuì e commentò “Mbè ma sempre giudio è”. La famiglia di quel sacerdote si era convertita 4 secoli prima. L’antisemitismo è anche in me, come la stragrande maggioranza degli italiani stettero con le leggi razziali e non con il “rispetto dei fratelli maggiori”. Siamo stati complici o indifferenti, qualcuno giusto.

Questa è la mia coscienza, questa la storia che ho dentro. Il 7 ottobre ho rivisto la caccia all’ebreo, la caccia a negare le differenze, il ritorno al noi contro chi osa…

Gli ebrei nella prima metà del secolo scorso non si difesero, andarono in pace nei campi di concentramento, ne abbiamo uccisi sei milioni, sei milioni. Oggi gli ebrei si difendono in armi, da chi come Hamas e non solo, vogliono cancellarli dalla faccia della terra.

Termino segnalando l’infamia della mia parte politica, la sinistra italiana, ogni 25 aprile la bandiera della brigata ebraica che ha combattuto per liberare l’Italia da fascisti, nazisti, viene fischiata da ragazzini che sventolano la bandiera palestinese, ignorando che il Gran Mufti di Gerusalemme stava con Hitler e non con la libertà.

Ciascuno di noi deve rispondere alla sua coscienza, io rivendico la mia, nonna mi autorizzerà a chiedere Grazia del suo pregiudizio e a nonno dico grazie per avermi spiegato con un coltello il diritto a resistere.