Femminicidio e l’assassino

Femminicidio e l’assassino

27 Novembre 2023 0 Di Lidano Grassucci

Ci sono le ondate mediatiche, la successiva cancella la precedente come la prima fosse niente. Ora è tempo di femminicidio davanti all’assassinio di Giulia che somma gli oltre 100 omicidi precedenti contro le donne nel nostro paese. Una tragedia? Direi 100 tragedie perchè la morte non si somma, non si cumula è dolore per ogni morte. Poi la comunità si fa sciacallo del dolore, lo prende, lo macina, lo rimugina.

Giulia non rivivrà più, nessuna delle 100 Giulia torneranno tra noi, e non si risorge né per preghiere, né per cortei, né per simboli.

Quando sarà che l’uomo imparerà a vivere senza ammazzare? 

Auschwitz, Francesco Guccini

Non si risorge mai, ma si muore di certo.

Ora tutti cercano colpevoli che sono altri da loro sempre, facendo di ogni morte una morte comune a tutte le morti. No, ciascuna morte è diversa ed ha diverse responsabilità.

Assassino è chi uccide non anche gli altri che parlano, pregano, lavorano come lui. Nessuna responsabilità assassina può essere attenuata da “un grande assassino collettivo” che non c’è.

Certo c’è l’idea che le persone siano non libere nella loro scelta, ma proprietà di chi l’ha scelte in una cultura del possesso, delle necessità di non aver paura delle libere scelte dei liberi. Il noi e gli altri, l’amore che è “sei mia” e non “hai scelto me”. Devi pregare come me, devi vestirti come dico io, debbo sapere ciò che fai. Questo sentire è ritenere che esista un giusto con i suoi riti e gli altri sono da rogo per i loro.

Non sono assassini i maschi, tutti, se uno uccide. Ma certo c’è un pensiero malato che non aiuta a non farlo. C’è una idea di amore che se l’altro non è morboso di me non ama me. “Ti soffoco di baci” è frase innocente, ma resta brutta davanti a “mille baci per darti l’aria della libertà”.

Ogni donna è unica in questo universo, ogni uomo non ha replicanti in questa terra per questo consideriamo l’omicidio orrore perchè non è una persona di meno tra miliardi, ma è la fine di un unico che non avrà mai repliche. Cercare attenuanti è aver paura del vero: la società può anche produrre mostri, ma i mostri si chiamano sempre fuori dalla comunità (comunità che è vivere in comune non uccidere qualcuno)

Noi abbiamo il dovere tutti di avere il coraggio della paura, il coraggio dell’amore, in odio alla proprietà dell’altro. E le ragazze debbono avere l’orgoglio di non aver pietà dell’orco pensandolo bambino e invece è assassino.

Ci sono gli orchi, ma non solo loro. C’è il possesso, ma anche un amore che ama e riesce ad amare, senza soffocare, un amore che sceglie ed è scelto ad ogni bacio senza pretendere alcun bacio.