Il saluto che devo a Mario Giulianelli e la nostra “guerra”

Il saluto che devo a Mario Giulianelli e la nostra “guerra”

30 Novembre 2023 0 Di Lidano Grassucci

Mi avevano detto che stava male, me lo aveva detto al bar Massimo Passamonti. Quando ti dicono “lo sai chi sta male?”. Poi pensi che passa, che non è vero. Oggi apro il Pc e Marica Giulianelli in un post che mi appare in alto sullo schermo annuncia la scomparsa del padre, Mario.

Mario Giulianelli è stato, quando ero ragazzo, il poliziotto che veniva sempre a chiedere “dai ragazzi, non esagerate”. Noi esageravamo e lui che ci conosceva, stava alla squadra mobile,  riusciva a evitare guai maggiori. Era calmo, in tempi mica tanto calmi. In tempi in cui la politica era non buona, era non verbale, era fisica e i mondi nelle piazze erano tremendamente diversi.

Poi… da studente che voleva cambiare un mondo che, forse manco c’era, divenni raccontatore del mondo come lo vedevo, e Mario divenne consigliere comunale di Forza Italia a Latina. Tra noi restava, comunque, l’idea di essere, da fronti diversi reduci di una guerra che ricordavano ma che non risultava mai essere combattuta. Non amava estremizzare le cose, amava sempre le soluzioni che facevano meno male. Aprì anche un bar sulla Pontina, vicino a dove avevo la redazione de Il Territorio e Tele Etere che dirigevo, naturalmente la prima volta che ci andai mi offrì il pranzo e ogni volta qualcosa la “tagliava” dal conto, in nome della guerra di cui sopra.

Non sopportava gli estremi, quelle posizioni buffone, che si fanno muscolose ma senza alcuna forza. Era… per ordinare le cose, con lui si capiva il senso della espressione “le forze dell’ordine”. Era discreto.

Ora resta il segno di un uomo che ha fatto il suo, non eroe, non santo, ma umano che credo sia il complimento più bello.

Ciao Mario, un altro pezzo del mio mondo se ne è andato e in fondo a tanto hai evitato guai.