Utopia, amica mia

Utopia, amica mia

22 Gennaio 2024 0 Di Lidano Grassucci

Abbiamo bisogno dell’utopia?

Quanti ne ha uccisi lo zelo per l’utopia della umanità perfetta?

Quando dovevo imparare giocando a vivere nel mondo senza farmi male, mi spiegarono il rischio, mi insegnarono la prudenza, mi raccomandarono all’oltre cielo, ma nessuno osò l’utopia.

Mi dissero di saltare la lezione come fa alla nitroglicerina chi conosce già la dinamite. Saltare il rischio del botto, del grande botto. Eppure sarebbe stato inevitabile quell’incontro, ma andava evitato per via della difficoltà estrema a disporre di un’arma micidiale, la felicità.

Così di fatto cercai quel sogno non delicato tra le cose arcane, tra le cose celate eppure era tutto così evidente. Utopia è un motore, è un Eldorado, è un sole che sorge su domani, ma non un domani che finisce ma che illuminerà quel che è del giorno, tutto intero.

Utopia è una speranza di un domani che attesta il punto esatto dove passeremo il fiume e oltre il fiume ci saranno balocchi e giochi o solo anse di fiume quieto dove dipingere quadri impressionisti e uomini il cilindro che spiegheranno a dame elegantissime che un bacio non è completo se non c’è un goccio di assenzio ad aiutarci a vedere le stelle.

Parole d’incanto, l’utopia è un posto dove sei bimbo e puoi giocare, dove sei uomo e puoi amare, dove sei donna rapida al nuoto e dove ogni desiderio ha il suo albero e non fa freddo la sera.

Vorrei con te da solo sempre viaggiare,
scoprire quello che intorno c’è da scoprire
per raccontarti e poi farmi raccontare
il senso d’ un rabbuiarsi e del tuo gioire

Francesco Guccini, Vorrei

Utopia l’incontrai lungo la via, le si fermò un poco, le offrii del vino mosso, le offrii del vino rosso, lei divise la speranza. Io cacciai via il tempo e cantammo intorno al ritornello di un uccellino …

Denant de ma fenèstra
lhi a un auselon
Tota la nuèch chanta,
Chanta sa chançon

Se chanta, que chante
Chanta pas per ieu
Chanta per ma mia
Qu’es al luènh de ieu

Questa poesia è l’inno degli occitani, i parlanti la lingua doc, e’ di una tenerezza infinita in italiano suona così:

Davanti alla mia finestra
C’è un uccello
Tutta la notte canta,
Canta la sua canzone

Se canta, che canti
Non canta per me
Canta per la mia amica
Che è lontana da me

E’ scritta da Gaston Phoebus, conte di Foix