La mamma di Aprilia

La mamma di Aprilia

28 Gennaio 2024 0 Di Lidano Grassucci

Una ragazza entra in un pronto soccorso, ad Aprilia, posa un fagottino tenuto con cura, lo posa su una panchina di formica. La sala è vuota, guarda il fagottino che lascia, tentenna qualche secondo, poi va via. Passano sei minuti. Sei minuti sono tanti, due paramedici entrano in sala e scoprono che li c’è un bambino. La ragazza era la mamma. I paramedici lo abbracciano, diranno che stava sorridendo, che così ha iniziato una vita in salita, ma lui sorrideva. Non giudico nessuno, non c’è da giudicare, non ho la presunzione di avere tavole della legge per vivere, anzi non ho ancora imparato, e il mondo neanche ha più tempo per insegnarmi, ma dico che quel sorriso, lo hanno chiamato Luca gli infermieri, e’ una notizia da raccontare contro ogni racconto da non fare. Sapete ancora adesso ogni tanto sogno di mia madre che non mi vuole e mi sento come incapace di poterci stare qui. Poi mi sveglio e sento che era stato altro, ma resta in me quella cosa che chiamiamo paura e che ha una sola cura, l amore se lo incontri, ma sapere che c’è fa la differenza.
La mamma di Luca è andata via, passo di chi sa che deve andare ma che ha la vita che resterà sempre qui.
Sei minuti in cui un bimbo e una mamma sono diventati mamma per sempre e figlio per sempre e questo è tutto, il resto saranno mille cose, ma siamo destinati tutti ad una cosa sola e sentire questo amore che ci rende uomini. Vorrei ora, ora che non sono un bimbo, dire che mia mamma mi ha insegnato a capire l’ amore, poi ho incontrato altro e diverso amore e ho imparato l’ unicità che e’ differenza verso ogni banale indifferenza. Così sarà di Luca che ha avuto mani delicatissime che hanno evitato, con cura, di cancellare il sorriso, che bel dono che dono per sempre.