Lo scrivere a forma di preghiera

Lo scrivere a forma di preghiera

30 Gennaio 2024 0 Di Lidano Grassucci

Questo scritto è delicato, ha fili sottili, ha bisogno di lettura sottovoce, di alchimia saggia, di essere seguito per assonanze, per svolte dialettiche. Sta dalla parte del diavolo, da quella dell’angelo, sta nel creato ed è creatura. Delicato ed è scritto come mi hanno raccontato le favole le notte d’inverno davanti al camino per insegnarmi ad amare che è lo studio più difficile del mondo, ma con più luce di ogni altro sapere.

 

Perché scrivere è un rito pazzesco e mi mancava. È una cosa delle mani, del corpo, una musica, un ritmo, è quello che hai per dialogare con l’alto. L’ho detto una volta in modo bruciante in pubblico quando mi hanno chiesto cosa fosse per me scrivere: una preghiera.

Alessandro Baricco

 

Ho iniziato a scrivere per via che non comprendevo come facevano dei segni a diventare suoni, poi suoni in ordine a farsi parole, e le parole senso. Mi parve di essere un alchimista capace di questo miracolo, io che ero nulla nel mondo. Non andò solo così, ci fu poi la presa di coscienza che potevo andare a cercare i suoni di quelli che erano stati prima in una sorta di grande ghiacciaia delle parole messe in ordine e, come un mago, potevo “resuscitare” le storie. Tante storie, in una storia sola. Chi legge, chi scrive, in fondo non fa altro che raccontare di nuovo la sua storia agganciandola alle altre storie ed è una catena.

Te voglio bene assajeMa tanto tanto bene saiÈ una catena ormaiChe scioglie il sangue rint’ ‘e ‘vvene sai

Stava sul mare a cantare la luna, a schiarirsi la voce e una donna entrò nella stanza ed accese la luce. Ogni cosa dentro il cuore si fece di mille lampade incandescenti ed era tutto scritto, nero inchiostro su bianco carta. La storia era forse già scritta, film che muta tutto in una manciata di minuti. E gira la vita che si rigira, la luce della stanza ora non è più in ombra e si guardano le stelle che, l’ho letto, sono sicuro che ci sono. Stelle chiacchierone, stelle canterine, stelle scritte sui libri che se le leggi sanno parlare e parlano con la voce giusta che hai nella testa. Stelle solo stelle.

Che miracolo questa alchimia dello scrivere, segni silenziosi che si fanno parole urlate. Così scrissi di un miracolo di una grazia che si era fermata esattamente davanti alla vita mia. Lei si rivolse silenziosa e guardandomi leggeva il foglio che riempivo di segni, per ricordare momenti da fermare per evitare che fuggissero via. Che lei non fuggisse via.

Era una storia scritta su un libro di ricette di magia, di stregoneria, ed io avevo incontrato una saggia ragazza selvaggia che era così rapida che ora era qui, domani pensava lì, poi scriveva fitto sulla corteccia rivoltata di un albero. Metteva il tappo alla lampada di Aladino, accendeva il fuoco per trovare tra i rovi il bacio di un principe capace di dare luce al tortuoso cammino verso il giorno che ancora non voleva venire.

Che miracolo lo scrivere, che alchimia, vedete si può fermare ogni cosa, anche la scrittura stessa. Indossò l’abito da falco in grado di volare, si presentò nobile per farsi salutare togliendo il cappello, e chiese se questo c’era nella carta bianca bagnata dalla china nera. C’era tutto, c’era il filo e il segno della trama di questa cosa eccezionale che è il vivere a sorpresa, a stupore, a meraviglia.

La maga mise germogli di sasso, con sassi di fiori, rose di polvere e si incamminò in un giardino.

Ma due occhi che ti guardanoCosì vicini e veriTi fan scordare le paroleConfondono i pensieri

Ma lui non ci pensò poi tantoAnzi si sentiva già feliceE ricominciò il suo canto

Scriveva fitto, fitto che non basto la carta, il tavolo e il soffitto

Ma due occhi che ti guardanoCosì vicini e veri

I versi sono di Lucio Dalla, Caruso

La preghiera, la mia prima preghiera, fu l’ave Maria e la imparai a memoria, anzi pensavo che fosse conservata in un grano di rosario e la recitai a cantilena. Poi imparai a scrivere e la scrissi, per leggerla, rileggerla e stavo imparando l’amore profano nella preghiera più preghiera che ci possa essere e da lì il tormento che è vita di dare un bacio alla bellezza pulitissima .

Maria di Magdala posa una mano sulla spalla di Gesù e dice, nessuno ha compiuto tanti peccati in vita per meritare di morire due volte, a quel punto Gesù lasciò ricadere le braccia e si allontanò per piangere.

Il Vangelo secondo Gesù Cristo, José Saramago

Lei così bella, così innamorata, più del padre nel suo disegno, più della verità nella sua crudezza, più della Storia nei suoi sacrifici umani. Aveva donata nella guerra idiota tra bene e male, tra giusto ed errore solo amore.

E’ vero: scrivere è una preghiera alla Maddalena che cura ed ama senza altro a dire e non c’è morte in questo amare.