Gli operai della Bilancia, una lezione di giustizia sociale nel tagliare l’erba

Gli operai della Bilancia, una lezione di giustizia sociale nel tagliare l’erba

21 Aprile 2024 0 Di Lidano Grassucci
Care/i concittadine/i,
vi presento Ginesio, Gino e Claudio.
Sono impegnati tutti i giorni, senza sosta, da un anno, nello sfalcio del verde della nostra città.
Tagliano e puliscono il verde dei nostri parchi e giardini pubblici, dei giardini e cortili delle scuole, di tutti i vicoli, delle piazze e scalinate del centro storico, di tutte le strade del centro urbano, di tutte le strade extraurbane comunali, delle aree verdi di Ceriara, di San Martino, del Parco Archeologico, delle Mura medievali, del Borgo e della Stazione di Fossanova, delle banchine delle strade rurali e dei fossi e tanto altro ancora.
Poi ci sono anche i nostri operai, Marino e Gianni, che si occupano di sfalciare e pulire tutti i marciapiedi, le aiuole, le rotatorie e le fioriere, il giardino di Anita, del LAB di Boschetto, della Ludoteca e altri spazi ancora.
Lo scrive sulla sua pagina Facebook, Anna Maria Bilancia, sindaco di Priverno. Lo scrive così ringraziando chi lavora ed i lavoratori. Li chiama per nome, qui non c’è bisogno di titoli, perchè il titolo di questi ragazzi è il lavoro e, in questo caso, il lavoro a favore di tutti.
I sindaci della grandi città, uno a caso quello di Latina, mai ha richiamato chi lavora ma fatto convegni con scienziati, titolati e saggi, ma che non sanno distinguere tra fieno e grano, senza tagliare un filo d’erba. Avrebbe parlato di costi, di compatibilità di bilancio e non di umano lavoro, di fatica, di necessità di “fare” e non dire.
Durante la seconda guerra mondiale stupì molto gli europei che nell’esercito americano i soldati e gli ufficiali mangiavano alla stessa mensa, perché da noi c’era distinzione, c’era distacco e differenza. Gli americani la guerra la vinsero.
Questo è il mondo tra chi conosce quanto è amaro il pane, ma anche quanto è pulito il lavoro.
Che dire a me Ginesio, Gino e Claudio mi stanno strasimpatici, e la Bilancia che è capace di leggere il mondo capovolto anche di più. Poi dicono che siamo tutti eguali.
Ecco cosa è accaduto il 25 aprile che chi lavorava con la fatica delle mani per mangiare cominciò a “lavorare” per la sua libertà e capovolse il mondo. Direte ma per tagliare l’erba? E vi pare poco, anche una quercia prima era ghianda e pareva poco, la differenza e da che punto di vista guardi il mondo
Il riscatto del lavoro
dei suoi figli opra sarà:
o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà
Filippo Turati, il canto del lavoro