Celentano e giocare malamente con la Storia ignorandola

Celentano e giocare malamente con la Storia ignorandola

26 Aprile 2024 1 Di Lidano Grassucci

Giocare con la storia è pericoloso, al netto di conoscerla. Il sindaco di Latina, Matilde Celentano, il giorno della liberazione, il 25 aprile, nel dire sfumata della libertà si è impelagata in un discorso sui trattati di Parigi, sugli esuli istriani e dalmati, che era come chiedere il parmigiano sulle pesche caramellate. Dico al sindaco, o al suo amanuense, che i trattati di Parigi non punivano l’Italia resistente ma l’ Italia fascista che aveva dichiarato guerra a 40 stati diversi, che aveva combattuto accanto ai nazisti, e che la guerra l’ aveva malamente persa. Come dirle che Alcide De Gasperi fece di tutto per dirsi erede, come primo ministro italiano, della Resistenza e non della dittatura. Ma dalle parti di Piazza del popolo e non solo con la storia ci masticano poco, o niente. La tragedia della frontiera orientale era figlia anche di noi che avevamo attaccato e non eravamo stati attaccati. Se dalla Storia cancelli il prima e il dopo avrai sempre ragione ma non capirai mai i tuoi torti. Se faccio il compleanno non festeggio il mio morire ma la mia esistenza in vita. Il fatto che narro non è grave in sé ma perché il sindaco indossava la fascia della Repubblica. Farlo implica dei doveri, tra cui quello di non giocare con la storia. Poi intorno l’ ipocrisia di troppi che richiamavano San Marco senza averne mai letto il Vangelo e men che meno seguito la sua misericordia o Guglielmo Marconi odiando radio, TV e telefonini che offendono la tradizione del prete esclusivista di dire messa. Il 25 aprile è il giorno delle libertà, anche di pensare a Marconi o a San Marco ma senza offendere, provocare. Signor sindaco si legga l’ elenco degli stati che abbiamo aggredito alcuni vilmente, poi dove abbiamo mandato a morire i nostri ragazzi, i mezzi che gli abbiamo dato, gli alleati che abbiamo scelto. Lei e gli scriba capiranno la ragione dei trattati di Parigi. Il fascismo, sindaco, è il male assoluto come dice Gianfranco Fini che penso dell’ argomento avesse scienza. Poteva citare lui, o Benedetto Croce, Indro Montanelli, Luigi Einaudi. Perché il fascismo non è la destra ma la sua parodia tragica. Ma capisco che è complicato. Vorrei mangiare pesche caramellate ma dopo aver mangiato il parmigiano nella pasta col sugo, insieme fa schifo.

 

Questo dovevo alla Storia che amo perché e’ difficile