Celentano, il nobel, la sindrome della trappola e il coraggio di Finestra in una pessima figura

Celentano, il nobel, la sindrome della trappola e il coraggio di Finestra in una pessima figura

1 Maggio 2024 0 Di Lidano Grassucci

Pensa male chi male fa

Proverbio veneziano

La iatta alla dispensa quello che fa pensa

Proverbio setino

 

Quelli che nel Palazzo decidono pare abbiamo espresso al sindaco, Matilde Celentano, il dubbio che Lievito con l’incontro-intervista del premio Nobel per la fisica, Giorgio Parisi fosse un trappolone per lei.

La sindrome del trappolone sta in una cultura della nostra destra cittadina che si sente così al centro del mondo che 800 persone venute ad ascoltare un premio Nobel (gli ricapiterà nella vita?) perdano tempo a polemizzare con un sindaco che abita a 5 metri e lo “sopportano” tutti i giorni. Ma i complottisti sono cosi.

Vi immaginate i reali svedesi che scelgono per la fisica Giorgio Parisi per fare poi un trappolone al sindaco? Neanche io nutrirei questa immensa presunzione. La paura del trappolone l’ha fatta desistere. Poteva offrirgli un caffè prima dell’evento, un amaro dopo. Ma qui ci vorrebbe cortesia e capacità di stare al mondo, una volta si diceva “educazione”, “buone maniere”.

E poi? C’è una filiera di non coraggiosi al Comune di Latina nell’amministrazione Celentano, di sospettosi, di timorosi, di complottisti. Chiusi in grigie stanze temono la luce.

Ricordo quello che fede Ajmone Finestra, che non era di destra così, ma con anima, cuore ed errori. Era sindaco nel ’97,  lo invitarono (non a salutare un premio Nobel) ma al festival de l’Unità che si teneva in un’area vicino allo stadio. IL nostro che, ricordo, aveva combattuto con i repubblichini rischiando la pelle e fatta rischiare la pelle. Non ci pensò un attimo e accettò l’invito. Arrivo tra i “compagni”, li salutò tutti. Parlò con tutti e disse la sua. Lui non cambiò opinione, i compagni men che mai, ma furono civili.

Giorgio Almirante si presentò alla camera ardente di Enrico Berlinguer, solo. Silenzio e imbarazzo da parte dei militanti comunisti. Uno di loro uscì e gli andò incontro, era Giancarlo Pajetta, che lo accolse e lo accompagno. Neanche un fischio, una contestazione. Pajetta non  pensò ad una trappola, Almirante non era lì per trappolare ma per salutare un uomo.

Ecco per fare politica bisogna avere coraggio, magari avere accanto Nando Cappelletti, essere convinti di quel che si è.

Si signor sindaco lei ieri ci ha fatto fare una pessima figura, per essere del mondo bisogna saper stare al mondo.

E chiudo con quello che mi disse Bacchettone, un mio amico, che era sempre vestito come poteva. Si presenta invitato ad un matrimoni, financo con le scarpe bianche. Elegantissimo. Tutti a chiedergli: “Bacchetò ma perchè cosi bello?” Lui rispose “Quando ti invitano devi fare bella figura per far fare bella figura”

Martedì sera non abbiamo fatto, come città, una bella figura.

 

Nella foto Ajmone Finestra nel manifesto e Nando Cappelletti