L’ italiano di italiani nuovi e il cinema
11 Maggio 2024Mi hanno chiamato per una lezione in una scuola lepina, nei miei Lepini. C’erano ragazzi, ma soprattutto ragazze, attente alla vita che nasce e a scriverne. Scrivere era l’ oggetto della lezione.
Ragazzi e ragazze che seguono e fanno domande, provano a scrivere. Parlo loro della vita, delle radici, e poi curioso chiedo ma quali sono le vostre radici? Tutti mi dicono che pensano in italiano, vivono in italiano, ma le radici? La prima ragazza mi dice: io vengo dal Marocco, accanto c’è una ragazza somala, una rumena, una albanese, resta solo una ragazza con cognome italianissimo ma… “Mamma è tedesca”. Dio mio noi parliamo di purezze bastarde al vero, di esclusive che escludono solo la vita. Questi ragazzi sono un futuro e salveranno la lingua mia dalla sua agonia venendo dal mondo.
Mi rendo conto che questi racconti e’ una storia di amore per la vita che si ama se sì accetta di cambiare, se sì accetta di contaminarsi con le mille differenze del mondo.
Penso a quando ci si bacia e per farlo e’ necessario di un altro, un’altra, di differenze che si incontrano per generosità che ti ritorna amore. Ecco sto imparando che ogni apertura mi fa ricco, ogni egoismo mi uccide. Incontrarsi tra differenti per inventare un pensare che non è dell’ uno, men che meno dell’ altro ma di più di ciascuno. Così leggo anime e le anime leggono di me ed insieme siamo diversi. In un cinema di periferia ho visto il mondo diverso da me, ora il mondo viene da me e mi si presenta personalmente. Così accettare la sfida di provare ad essere meglio di noi. In un cinema di periferia ho scoperto di essere al centro del mondo, gli attori come nella “rosa porpurea del Cairo” sono venuti da me tra noi. La vita è un film, ma in troppi pensano sia una egoistica prigione. E saranno ragazzi e ragazzi del mondo a salvare il parlare stesso del mio piccolo mondo e questo è un miracolo.