Le madri “dopo”

Le madri “dopo”

12 Maggio 2024 0 Di Lidano Grassucci

Le madri, sono segni che ti porti “dopo”. Sì, “dopo”. Le madri “prima” sono quel ponte con la vita che non vuoi, che fai finta non sia.

Le madri… le cerchiamo “dopo” per tutto il resto che “prima” neanche sapevi o non volevi sapere volevi che ci fossero. “dopo” le cerchi ovunque, con ossessione.

Le madri sono il tuo stesso corpo della medesima carne, dello stesso senso perché per un tempo hai mangiato, visto, sentito esattamente come sentiva lei.

Certo si diventa poi madri, padri, ma si resta sempre figli.

Oggi che il tempo corre tanto, che il tempo è rapido e a fatica oggi sono nel “dopo”. Talvolta non sai che senso hanno le cose e improvvisi nella paura chiamando la madre ad una improbabile salvezza.

La vita è sempre complicata, terribilmente, e ti viene da dire: ma perchè mi hai messo al mondo? Questa è la domanda del prima. Maledici la sua scelta nel dolore del presente, nelle mille paure di vivere.

“Dopo”, vorresti stare un poco di più qui, starci nella libertà di risentire quell’amore e non fuggirne più.

Parabola della vita scappiamo dal tempo che abbiamo, cerchiamo il tempo che non abbiamo più.

La madre è questo accanto, questa certezza di aver camminato insieme.

La madre va via, ci lascia orfani e se non avviene è innaturale. Ma, ora che ci penso, la madre lascia un testimone nella staffetta della vita quello di provare a fare di diverso amore quella complicità che corre lungo la vita dell’amore materno.

La madre è severa anche quando perdona, è presente anche quando non c’è. Ti resta e “prima” pesa, “dopo” manca.

La vita è come un cinema nella testa, rivedi i fotogrammi della tua vita passata, le illusioni di domani e nella poltrona si consuma la vita presente, la sua forza, la sua ricerca.  Trovi la bellezza giocando con le ombre che fanno le dita sul fascio luminoso della macchina di proiezione e sullo schermo vedi le ombre.

Siamo mille film sullo schermo gigante, ma la vita è nella poltrona e sa di buono.

La madre saluta dallo schermo in piena luce, ti chiama, piange e ride e ti vede bimbo anche se sei soldato. Insomma ti accompagna come lei solo può ma la vita poi è tua.

Ora saluto la mia che ha fatto del suo “prima”, ora manca ma ora è “dopo” e sono sicuro non mi riconoscerebbe nell’uomo che sono ma mi rivedrebbe intero per il bimbo che fui.