Almerindo Galardo: “Stai sempre parlando con un politico”

Almerindo Galardo: “Stai sempre parlando con un politico”

12 Maggio 2024 0 Di Lidano Grassucci

Le foto in bianco e nero raccontano di una Italia… Da fare. Mi invita Maurizio Galardo: “presentami un ricordo di mio padre Almerindo… ” . Avrebbe avuto 100 anni e questa storia di un secolo sarà il racconto. Un racconto in cui tutto parla di lui a cominciare dal posto: lui ha vissuto il circolo cittadino di Latina, fino a quando ha potuto accompagnato dalle premure della figlia Antonella che anche lei non c’è più. Suona in sala “Ma la notte no..”. Per ascoltarla in auto faceva il giro lungo se non era ancora finita. Nelle foto in bianco e nero c’è Moro, Andreotti, De Gasperi e quella vita di un paese da ricostruire.


Si inizia, mica facile. Come cominciare? Da una lettera, dalla lettera che nel 1953 Almerindo scrive a N’Dindo Nascani il futuro suocero setino. Iniziamo insomma dalla sua compagna di vita Rosetta che sta lì in prima fila sorpresa, felice, imbarazzata, presente. Una lettera di un garbo unico, di un altro mondo. Maurizio non sta fermo mai, il fratello Sandro è più contenuto anche se egualmente emozionato. Interviene il sindaco, Matilde Celentano, che sta qui da sindaco ma anche dalla sua conoscenza personale.

Manda una lettera il presidente dell’ Ater di Latina Enrico Dellapietà perchè Galardo ha guidato quella azienda come la Asl e tanto altro. Interviene Anna De Donato, che apre le testimonianze, poi si legge un brano del libro di Almerindo che ricorda il rastrellamento di Castelforte, il suo paese. Maurizio si muove cerca di fare tutto e di più cade, piange, parla, interviene, saluta. Non sta nella pelle e piange. Interviene Silvestro Messina, poi Dino Napolitano, Pietro Piccoli, Lello Sisca, Alfredo Loffredo che chiude.il figlio Sandro, al piano suona due brani la figlia tredicenne di sua nipote Andreina, Sara Morera. Va un brano su Castelforte cantata da Almerindo… La canzone delle feste della goliardia, delle origini.
Napolitano e Loffredo testimoniano una DC che coincideva stessa con la vita della città. Era un leader, dice Napolitano, era uomo di mediazione dice Loffredo.
In sala Maurizio saluta i nuovi compagni di partito Alessandro Paletta, Franco Addonizio, Nicola Catani e il padre Sandro. Tra il pubblico il vicesindaco Carnevale . L’ emozione democristiana si sente. Qualcuno aveva distrutto tutto, e’ toccato ai moderati rifare tutto e farlo meglio
Omaggio migliore ad Almerindo non si poteva fare. Io voglio solo aggiungere la frase che disse al figlio quando gli volevano far credere una cosa poco verosimile…”Ricorda Maurizio che tu stai sempre parlando con un politico”.