Tanto pe dì: in rassegna stampa comunale si sono “dimenticati” di me

Tanto pe dì: in rassegna stampa comunale si sono “dimenticati” di me

29 Maggio 2024 2 Di Lidano Grassucci

Sulla rassegna stampa del Comune di Latina c’erano questa mattina ben 8 articoli sulla vicenda di Banca d’Italia e del Garage Ruspi, sei di giornali on line. Chi mancava? Il mio di Fatto a Latina. Ora, non è che cambi molto per me, ma la tigna mi contraddistingue e mi piace rompere il c…. A mio padre ci dicevano “micchifoco” perchè aizzava gli animi e io sono figlio.

Un poco di testa in Comuna ancora la tengono o gli serve per separare le orecchie? I miei pezzi li leggono comunque, perchè darmi questo ulteriore scenario? Perchè, capisco tutto, ma essere “sciocchi” no. Mi stanno facendo fare la figura di un eroe antisistema cosa che non sono e non mi sogno di essere. Sono un vecchio che spesso si parla addosso. Sono un quasi umarell in via di tornarsene al paesello con gli amici per riprendere il lavoro di consumatore d’osteria per cui ho una innata dote e anche una solida tradizione di famiglia.

Perchè prestate il fianco a questi pistolotti e mi fate passare per vittima io che nasco carnefice? Ma questa comunicazione in Comune chi la fa? Con che piano? Decidono di dare all’università per 30 anni degli edifici comunali e di 32 consiglieri comunali nessuno sa nulla? E cancellando, secondo loro, io che lo dico cambia qualcosa? I 32 consiglieri comunali non lo debbono leggere dal mio pezzo che li hanno presi per il culo, lo sanno da soli, perchp li hanno presi per culo. Non debbono leggere il mio pezzo per incazzarsi, stanno incazzati in proprio.

Fare comunicazione non è esattamente un dopolavoro, è una cosa seria, e se si fa per un ente pubblico lo si deve fare tenendo conto che i soldi che su usano non sono del sindaco, della giunta, della maggioranza, della minoranza, ma del contribuente e, a me dispiace, ma sono soldi anche miei che contribuisco.

Continuate a non mettere o miei pezzi

Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa, Però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia,  Io canto quando posso, come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi. Vendere o no non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso

Francesco Guccini, L’Avvelenata

Povero Comune, per far le cose ci vuole testa e testone e non rabbia e rancore