Il caso Aprilia e la voglia di gogna, nota garantista

Il caso Aprilia e la voglia di gogna, nota garantista

5 Luglio 2024 1 Di Lidano Grassucci
  1. I cori non mi piacciono, amo i solisti. Ora siamo pieni di cronache su una Aprilia che Chicago del proibizionismo a confronto e’ un convento di orsoline. Pare che lì il male alligni come la gramigna, sarà pure vero, vedremo. Ma? Nell’ inchiesta sono contestati praticamente tutti i reati possibili previsti dal codice penale, tutte le prepotenze che i prepotenti hanno messo a terra. Quaranta persone coinvolte, un paio già morte. Mi immagino gestire un processo così affollato tra notifiche, mancate notifiche, cambio di avvocato, febbri e i mille incidenti di percorso. Sarà infinito. Mi immagino la aggiunta nelle cronache di mille intrecci e mille analogie, pezzi di sociologi che spiegano con dovizia di particolari che tutto deriva dal culto di Giunone o dallo sbarco di Enea lì vicino. I resoconti di oggi sono condanne senza appello ma ancora non c’è alcun processo. Non assolvo certo, ma ho sempre il pudore del condizionale. I cattivi puri sono nei cartoni animati come i buoni assoluti che stanno tra gli angeli. Noi siamo nel mezzo. Io dico che… Dobbiamo essere allertati osservatori non devoti alla fede dell’ accusa o a quella eretica della difesa, dovremmo sapere attendere la verità delle cose. Aprilia ha 70.000 abitanti, si alzano e vanno a lavorare ogni mattina, in 40 sono “accusati” vedremo i risultati, i riscontri, ma intanto raccontiamo la fatica di vivere oltre a cercare i cattivi da punire. Chiedo il condizionale non la Santa Inquisizione.