I tempi della fatica di pensare
31 Agosto 2024Questo è tempo triste, un tempo in cui l’ arroganza degli uomini porta a fare di ciascuno un immortale e quindi a sentirsi autorizzato a disumanizzare l’ altro che resta da vessare, da negare e a ridicolizzarlo nel suo destino mortale.
Mi rendo conto da me medesimo di non essere simpatico, poi assumo l’ attenzione per le cause perse, o cause che non sono il verso del pelo del gatto. Perché? Per via del vizio di avere valori definiti e principi di fondo che non debbono essere corretti ma non banali perché, banali, sarebbero inutili. Sostengo il popolo e lo stato di Israele, senza se e senza ma, per via della consapevolezza che se un popolo basa se stesso nella capacità di raccontarsi, di scriversi e di leggersi, capite bene che ha “insegnato” agli altri e mai ha “dimenticato”. Dimenticare ti fa scrivere abusi di verità. Il nodo però non è questo che riguarda una posizione ma il fare illegittimo ogni posizione che non sia “buona” “corretta” e indifferente rispetto a quello che ciascuno vuole sentirsi dire. Si cancella la differenza, il dolore, la morte. Gli uomini sono angeli asessuati, vietata ogni passione, abolita l’ idea stessa che si possa dissentire ma solo sentire quello che è consentito. Capire la vicenda mediorientale è studiare, fare fatica, è contraddirsi è non leggere una favola in cui ci sono i buoni buoni e i cattivi cattivi. Poi cosa vogliono gli ebrei … Sono scorretti in tutto, sono diversi in ogni cosa, sono tra noi ma distinti da noi e allora? Non sono tempi di distinguo ma di tifo. Così vanno questi tempi e ogni distinguo è offesa perché servirebbe alla ricerca del vero, possibilità di capire la complicazione del mondo.Perché il mondo non è per pensieri semplici e i pensatori semplificati producono i mostri del terrorismo prossimo che quello che non capiscono vogliono cancellare per non fare la fatica di pensare.