La guerra delle pastarelle, le deleghe e il dono di Di Raimo alla Bilancia

La guerra delle pastarelle, le deleghe e il dono di Di Raimo alla Bilancia

8 Giugno 2019 1 Di Lidano Grassucci

Debbo precisare che Sinibado Roscioli e Mauro Calvano non hanno votato Matteo Adinolfi, ma Salvatore De Meo. Lo faccio perchè è importante spiegarlo, perché è la verità, mentre è marginale che “comunque” erano entrambi candidati della destra e non del centrosinistra parte di cui fanno parte in Comune a Sezze. La premessa è d’obbligo perche queste sono le cose che “contano”, come è da non dormirci la “destinazione delle deleghe” del sindaco, ora sospese. Il tutto mentre è marginale la guerra delle pastarelle di visciole (crostatine per gli italiani). Cosa volete che sia la secolare cultura che ha “prodotto” le pastarelle rispetto al peso di Enzo Polidoro negli assetti di maggioranza? Cosa ricorderà la storia, nessun dubbio Polidoro. Ma non riesco ad innamorarmi di questa pagina di alta politologia, mentre mi sarebbe piaciuto una pratica pratica del sindaco Sergio Di Raimo. Noi setini (mi scuserete se mi ci infilo col nome, lo faccio per il nome, la cultura che mi ha cresciuto e per l’amore che ho nell’ostinarmi a sentirmici, una roba che una volta di chiamava orgoglio di appartenenza) eravamo noti per l’ironia, per la capacità di ridere di noi stessi e quindi del mondo, era la definizione di una civiltà, era la radice dello sfottò, era la guerra che scatenammo in nome dell’amore di Ufente verso la pretenziosa Camilla. In nome di questo, e della assoluta incapacità di appassionarmi a deleghe e delegati, faccio un tutoria, cosi si capisce che so figo e contemporaneo. Un tutoria al sindaco. Allora: Priverno ci scippa le pastarelle?

Spiego: bisognava, da sindaco di Sezze, convocare subito Lidano Caldarozzi comandante delle guardie, per urgenti comunicazioni. Dare incarico all’economato di comperate 100 pastarelle, miste visciole e mandorle (so bone pure quelle), tutto a spese del sindaco medesimo, un mazzo di cento rose rosse (il sindaco di Priverno, Anna Maria Bilancia, è una signora), affittare una apetta Piaggio su cui caricare il tutto. Lidano era impegnato a cercare due guardi a forma di guardia, con la divisa da cerimonia e di scortare l’apetta per la consegna del dono al sindaco di Priverno.

Il tutto accompagnato da un biglietto: “A voi, che questa bontà sia di conforto alla vostra bellezza”. La firma: per la comunità setina, il sindaco di Sezze Sergio Di Raimo.

Basta, stop punto. E questo tributo (che poi è l’essenza di Ufente per Camilla) da farsi ogni anno. Dalla guerra alle cortesie.

Direte ma sei scemo? Vi dirò, sarà vero ma sarebbe stata una bellissima storia da raccontare, da mandare ai giornali di tutto il mondo, e sono sicuro che qualche giorno dopo avrei visto a Piazza San Pietro a Sezze una apetta “targata Priverno” con le guardie di Priverno consegnare una falia grande grande il tutto con un biglietto della Bilancia che riportava: “Che vi sia di conforto per i vostri broccoletti”. Firmato per la comunità di Priverno, il sindaco Anna Maria Bilancia.

Sarebbe stato bello, se non fosse che ciò sto problema delle deleghe.

PS: povera Patria, anzi povera la mia Matria

Nell’immagine: Metabo getta la lancia, a cui ha legato Camilla, sull’altra sponda del fiume Amaseno