Queen e la regina della musica si ferma (per un poco) a Sezze

Queen e la regina della musica si ferma (per un poco) a Sezze

22 Luglio 2019 0 Di Lidano Grassucci

Metti che c’erano i bambini, tanti bambini, e liberi bambini. Uno “sale” sul palco si chiama Alessandro Quinto e fa cinque anni e “canta da campione” con quell’accento setino che mi fa tenerezza. Sezze nelle sere di luglio si fa gradevole non per gelo, ma per la pulizia delle zanzare. Certo qui ci sono, maligni e teneri i ricordi, ma… In questo posto, una volta, venne a trovarmi il rock che non lo conoscevo, Napoli Centrale una porta verso sonorità che non erano poesie musicali. Venne la musica che ti sbatte nella pancia, che segue i percorsi dello stomaco per farsi sentire dall’anima.

Il Calabresi è pieno, gradinate ripide oltre 500 persone, e ti par poco. La musica dei Queen, quella musica che se ne frega dei generi, quella musica che se ne infischia del tempo, musica di viole e violini, musica di batteria, musica elettrica… musica. Ecco Flash, e un bimbo vicino a me ha una “pistola spaziale”, spara al cielo sulle note

Salva con una mano potente 
Ogni uomo, ogni donna 
Ogni bambino, è il potente Flash

Il bimbo spara, la musica cresce, una mamma fa ballare sulla pista la sua bimba, prende.

Violini e viole, batteria e voce, e voci che “confusione” è la vita, la musica fa disciplina e voli.

I Queen Rhapsody sono: Jordan Trey, voce e che voce; Giovanni Di Caprio, chitarre; Eugenio Valente, voce e tastiere; Nick Valente, basso; Giovanni Grergori batteria. Sono giusti, mai sotto le righe, mai una nota sopra, bravi e non stanno al concerto ma lo fanno, dietro viole e violini dei giovani filarmonici pontini diretti da Stefania Cimino, rigorosa del classico,  nel salto del rock, ma dentro l’armonia dei capolavori. Ogni tanto la parola al cielo, dove vanno a dormire le stelle anche quelle della musica. Jordan Trey non canta solo, dirige una partecipazione, duetta in voce con Ivana Capone dei filarmonici. La voce pulita dell’opera, la voce che pare d’istinto si fanno strumenti accordati. Il pubblico ascolta, sì con un incredibile idea di condividere il suono verso il cielo.

Due rientri dopo il finale, i bimbi non si sono stancati. E lì tanti ex bimbi che con questa musica hanno assaggiato le bellezze del mondo, hanno sentito di essere del mondo, in un mondo che non guardava la luna la conosceva, la girava, un mondo che era libero, che si contaminava, anche nell’amare. Poi Flash Gordon non è riuscito a salvare tutti e, soprattutto, non ha salvato quella idea di essere liberi e torna la paura

Siamo i campioni, i miei amici 
E continueremo a lottare fino alla fine 
Siamo i campioni 
Siamo i campioni 
Non c’è tempo per i perdenti 
Perché siamo i campioni del mondo

O, ecco Damiano, l’amico mio: “ma nu me su chiamato?”; “ma te l’iri cota”.

Ora che ci penso eravamo campioni in sedicesimi

Grazie a Le Colonne che ha organizzato questo concerto, mica è facile a Giancarlo Loffarelli sempre così attento e a Marina Eianti che di energia non è in difetto, argento vivo. Il resto? Non lo racconto sono i miei ricordi di quel posto che ogni angolo un poco è complice della mia idea di essere campione, meglio di poterlo essere, come è giusto sia per ogni ragazzo. E rifiata puro na cica d’aria, che me steva a avilisce e non m’ ha venuto gl’affogafiato, so stato beno.