E basta con questa storia che a Cisterna non c’è niente!!

E basta con questa storia che a Cisterna non c’è niente!!

31 Agosto 2019 0 Di Luca Cianfoni

È il grido di Paola Maroncelli, utente Facebook di Cisterna di Latina, che rispondendo a un post sul Giardino di Ninfa, ha esclamato “E basta con questa storia che a Cisterna non c’è niente!!”

Ma cosa c’è a Cisterna di Latina? La storia…

E Paola ha ragione da vendere difatti. Non è assolutamente vero che a Cisterna di Latina non c’è niente. La città infatti è piena di storia affondando le sue radici a un’epoca addirittura precedente a quella romana. La sua tradizione nell’allevamento l’ha portata ad essere la patria dei butteri, la città di Augusto Imperiali, che nei primi del Novecento sconfisse Buffalo Bill. Ma i butteri non sono solo questa storia, sono stati grandi allevatori di bestiame e anche di cavalli. La razza equina di queste zone divenne grazie ai Caetani, la specie che la Corona d’Italia acquistava per il Regio Esercito e i migliori esemplari andavano agli ufficiali. Di più recente fattura è la storia tragica, questa volta, di Palmiero Casini e Gerardo Ramiccia, cisternesi uccisi in località Pratolungo dalla barbarie nazi-fascista nel febbraio del 1944 e purtroppo dimenticati nel corso degli anni.

I luoghi e i monumenti di Cisterna di Latina

Oltre alla storia, che non si esaurisce in questi due soli episodi, che sono i più famosi della nostra città, ci sono i luoghi e i monumenti che potrebbero far parlare di noi. Il territorio di Cisterna di Latina è infatti abbracciato da due bellissimi giardini all’inglese, Torrecchia Vecchia e il Giardino di Ninfa, il primo ancora poco conosciuto anche in zona, il secondo famosissimo all’estero, ma misconosciuto in Italia. Al fianco del giardino dei Caetani c’è Pantanello, un’area dove è stato ricreato l’antico habitat paludoso della vecchia palude pontina. Al centro di Cisterna c’è poi la Fontana Biondi,  Palazzo Caetani con la Sala della Loggia e la Sala Zuccari completamente affrescate; nei sotterranei ci sono le grotte dove durante la guerra migliaia di cittadini cisternesi trovarono rifugio e infine il Polo Museale, iniziato, ma mai portato a termine. Sulla via Appia poi c’è il sito archeologico di Tres Tabernae, l’antica stazione di posta di Cisterna di Latina, dove addirittura San Paolo, nel suo viaggio verso Roma si fermò a cambiare i cavalli.

Allora cosa c’è che non va?

Il problema probabilmente e forse in primo luogo è la non conoscenza di questi luoghi, il fatto di non essere consapevoli di avere ricchezza e bellezza intorno ai proprio occhi. In secondo luogo c’è anche un problema turistico. Purtroppo manca una progettualità, un percorso, un circuito che possa mettere insieme tutte queste anime, che le porti a far conoscere al grande pubblico e quindi esser valorizzate. Ci sono delle associazioni locali che provano a farlo, “Sulle Tracce di Antichi Sentieri“, ad esempio, che punta alla riscoperta della via Francigena, ma in mancanza di un progetto coordinato il tutto assume la dimensione di un’impresa eroica e non di una valorizzazione. Per cui il grido di Paola Maroncelli, “E basta con questa storia che a Cisterna non c’è niente!!”, è del tutto vero e condivisibile, ma c’è bisogno di fare molto di più per la nostra città sotto questo punto di vista, per non lasciarla conoscere solo come la città dei femminicidi e della violenza.