Sezze, dove le chiese crollano… Ma chi è sta Paresceve?

Sezze, dove le chiese crollano… Ma chi è sta Paresceve?

3 Settembre 2019 0 Di Lidano Grassucci

Se crollano le chiese? Se dimentichiamo le chiese? Se facciamo idoli nuovi ma non onoriamo i vecchi? Se… la cura delle cose salva, la trascuratezza delle cose è un abito liso su un volto truccato, non fa bello l’abito e manco il viso. A Porta Pascibella a Sezze c’è una chiesa, la intercetto per via della curiosità di Filomena Danieli, e l’attenzione della compagnia dei Lepini, dedicata a Santa Paresceve, una santa martire dell’inizio del cristianesimo. La chiesa “annuncia” una porta della città, ha alla base mura poligonali dei IV secolo.

Bella storia, bella chiesa, bel culto solo…. che le chiese se dimenticati non dalla grazia di Dio, ma dal ricordo degli uomini, crollano. La prima chiesa che incontro nella città delle tante chiese è chiesa morente, morente senza pianti. Il tetto è crollato, come velario strappato, ma nessuno se ne cura, nessuno ha cura. Chi crede con fervore ha bisogno di statue nuove, chi piange con dolore non ha la forza di superare i ricordi. E Santa Paresceve? E’ chiesa che muore, destinata ad essere mura dove apporre un cartello “Qui c’era la Chiesa dedicata a Santa Paresceve, dimenticata agli uomini, di Dio non sappiamo. A futura memoria della nostra mancata memoria. La comunità di Sezze o quel che ne resta dopo il crollo”.

Un cartello, resterà di memoria un cartello destinato a sbiadirsi e chi lo leggerà commenterà: ma chi è sta Paresceve? E

poi ci sono troppe chiese, mica si mangia con le chiese. Infatti sulle rovine cresceranno rovi di more tutte da mangiare.

 

Questo il testo del post della Compagnia dei LepiniLa chiesa di Santa Parasceve, a Sezze, è stata costruita sui resti delle mura poligonali del IV sec. a. C., in prossimità di uno degli antichi ingressi alla città, Porta Pascibella. Fino al XVIII secolo la navata della chiesa si è mantenuta inalterata. Durante il secolo XX, negli anni ’20 furono eseguiti importanti restauri e agli anni ’50 risalgono il nuovo altare maggiore e la sopraelevazione di una parte della sacrestia. La chiesa, a navata unica, è coperta da un tetto a padiglione, la cui struttura lignea è chiusa da un controsoffitto piano intonacato. Sul lato sinistro dell’edificio è impostato un campanile a vela. Sulla controfacciata sono murate due acquasantiere a conchiglia del XVIII secolo.

 

Nella foto Santa Paresceve (immagine Compagnia dei Lepini)