Sezze, la notte del Classico: ho visto Medea e Giasone nelle strette

Sezze, la notte del Classico: ho visto Medea e Giasone nelle strette

18 Gennaio 2020 0 Di Lidano Grassucci

Chissà se Caio Valerio Flacco Balbo Setino tra queste strette avrà mai sentito i suoi versi, quelli de Le argonautiche. Avrà immaginato Giasone navigare su un mare di sanpietrini e non  su acque agitate.

Chissà se immaginava che secoli e secoli dopo la gente sua si metteva a leggere a voce alta la conquista del vello d’oro. Chissà in questa Sezze fredda come Sezze, intendo la sua anima, si è animata “guardandosi nello specchio dei versi”.

Voce narrante? Pardon, voci leggenti? Dal sindaco, Sergio Di Raimo fino a chiudere la voce di una ragazza che si è appena iscritta al liceo classico.

Un miracolo che quasi il freddo era dimenticato.

Cose che capitano nella notte bianca che il liceo classico, i licei classici italiani, dedicano a se stessi. Vengo dal liceo scientifico (non pentito per carità) dai numeri, dalla idea indo-araba che ha pensato lo zero e inventato la tecnologia, ma… ma dentro ciascuno di noi c’è quel mondo greco-latino in cui non si “conta” ma si “racconta” non del corpo ma dell’anima, del fato e del dispetto degli dei, di quel mondo che ha dato la bellezza in dote al dopo.

Ecco questo mondo, questo secondo, è l’anima che ci porta in dote la fantasia.

A Sezze questa notte l’ha dedicata a Caio Valerio Flacco e  alla lettura de “Le argonautiche” la preside del Liceo Classico Pacifici de Magistris di Sezze, Anna Giorgi, con il filo tenuto nel racconto da Giancarlo Loffarelli.

Più di sessanta lettori sono sono alternati in racconti di avventore, tra Grecia e Colchide, navi e viaggi avvolti tra inganni, amori, dei partecipanti come fossero uomini tra eroi.

Partecipano tanti ragazzi e ragazze che si mettono ad ascoltare la difficile, elaborata, narrazione di 20 secoli fa, ma dentro la passione, le incertezze, i turbamenti e il fato di questo tempo qua, che è ogni tempo.

Le letture erano quasi tutte di allievi ed ex allievi, con qualche concessione ai “gentili” (i non liceali classici,) nell’aria i “l’orgoglio di questo filo che fa degli allievi di questo corso di studi dei “razionali cultori del fato”, dei…

Portano una spilla su bavero della giacca del liceo setino, erede di storie lunghe di studi, di ricerca di conoscenza. Quella conoscenza che è un vello d’oro, è oro è l’idea che il viaggio di questa vita a cercare l’eccezionale vale la pena, e che vale la pena vivere in questa vita, poi vedete voi chi è viaggiante, chi è lungo il viaggio, chi è Medea e che trama scrive per tutti il fato.

A Sezze una notte di gennaio, tra le strette, dei ragazzi hanno incontrato il fato che era di Giasone e Medea, o di ogni storia che siamo tutti parte della medesima storia.

 Ahimè! Che grande male per gli uomini è l’amore!

Tutta la letteratura è qui, in queste parole di Medea e la cosa convince anche un amante dei numeri che c’è bisogno di scuole di anime