Sezze/ Risorge il Golgota per Cristo e i ladroni

Sezze/ Risorge il Golgota per Cristo e i ladroni

10 Marzo 2021 1 Di Lidano Grassucci

Vivevo alle Piagge Marine, l’anfiteatro era una meta. Li vicino ho l’oliveto di famiglia e quel monte con le tre croci che guarda verso il piano, per me, era il Golgota. Per me, bimbo, li avevano crocefisso Cristo e i ladroni. Perché noi, noi bimbi di questi monti, la Passione di Cristo la vedevano ovunque: per le strade il venerdì santo, lungo le scale del cimitero, nelle chiese, nei racconti, nelle tribolazioni, nelle spiegazioni della vita. Il dolore era venerdì santo, la guarigione Pasqua, la ragione Ponzio Pilato che non capiva, la cattiveria Caifa e i preti sempre famelici.

La Passione era vita contemporanea e vera, poi le tre croci le potevi vedere, toccare, arrivarci e le rocce di calcare parevano veramente aver assorbito il sangue, tanto sangue. Il resto da grande, alla mia generazione, lo fecero le canzoni di De Andrè la cui poesia noi collocavamo qui in queste tre croci e sentivamo la voce di Tito che era ladrone ma buono e spiegava il perdono

Ma adesso che viene la sera ed il buio
Mi toglie il dolore dagli occhi
E scivola il sole al di là delle dune
A violentare altre notti
Io nel vedere quest’uomo che muore
Madre, io provo dolore
Nella pietà che non cede al rancore
Madre, ho imparato l’amore
Quando arrivavo alle croci c’era un involucro di metallo a proteggere la base dall’umidità e sembrava lavorata da falegnami e fabbri di Gerusalemme, che era qui con la sua santità, la sua maledizioni. Tirava vento, ma il sole lì è caldissimo anche d’inverno perché è un posto speciale per i fatti che li sono capitati ad un Nazareno e a due ladroni. Confesso i tifo per i malfattori ma quella è un’altra storia. Oggi voglio ringraziare la Associazione Passione di Cristo perché quel che ha fatto è di una bellezza straordinaria. A me le croci non piacciono, mi piacciono i fiori rosso vivo, ma vi giuro che su questo Golgota si sono svolti fatti eccezionali, a Sezze.
IL COMUNICATO DELL’ASSOCIAZIONE

Dopo 64 anni di buio e di polvere, la città di Sezze è tornata a riappropriarsi e ad ammirare alcuni dei luoghi storici e più caratteristici di un sito che da sempre appartiene alla memoria, alla storia e alla cultura del centro lepino: il Teatro Sacro Italiano, comunemente chiamato “Anfiteatro”.

Grazie, infatti, all’opera dell’Associazione della Passione di Cristo di Sezze, che dal 1933 organizza la Sacra Rappresentazione del venerdì santo, evento noto in tutta Italia e anche a livello internazionale, nei giorni scorsi è stata ripulita e riportata alla luce, è proprio il caso di dirlo, la collina che negli anni cinquanta fungeva da Golgota per le scene della Passione di Cristo di Sezze. Inoltre, i lavori di questi giorni hanno consentito il recupero e la ristrutturazione delle tre imponenti croci poste in cima a questa collinetta simbolo del calvario dei Gesù e dove, sempre negli anni cinquanta, veniva realizzata la maestosa scena della crocifissione. Le croci sono state ricoperte in legno e messe in sicurezza, mentre è stato rintracciato ed evidenziato il vecchio camminamento che dalla base del Golgota porta in cima alle croci. Infine, sono state ripulite e riportate al loro splendore le due grandi grotte carsiche naturali, poste lungo la strada che conduce all’interno del Teatro Sacro Italiano.

Quest’opera di pulizia e valorizzazione del sito ha come obiettivo di riportare l’attenzione su un sito straordinario, a cui i cittadini di Sezze sono da sempre molto legati, che merita una giusta valorizzazione in senso storico e turistico. Il complesso fu realizzato negli anni cinquanta del secolo scorso per iniziativa dell’allora presidente dell’Associazione della Passione di Cristo di Sezze, l’avvocato Filiberto Gigli, per destinarlo ad ospitare le repliche estive della Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo. Allo scopo venne realizzata una magnifica struttura, con gradinate in grado di contenere fino a 12mila spettatori e la riproposizione del Golgota in cima ad una collinetta naturale. L’ultima edizione di questo grande evento fu realizzata nel 1957, prima che il complesso fosse adibito a campo di calcio e, successivamente, reso inutilizzabile da lunghi lavori di ampliamento mai portati a termine.

Ora, con orgoglio e tanto lavoro, l’Associazione della Passione di Cristo ha fatto riscoprire la bellezza di questi luoghi, liberati dai rovi e dai materiali inerti che negli anni si erano accumulati. Il sito, inoltre, è utilizzato in questi giorni per girare alcune scene della Passione di Cristo di Sezze ma l’auspicio è che possa essere al più resa di nuovo fruibile al pubblico l’intera area del Teatro Sacro Italiano. Un primo passo è stato compiuto