La-R-S, diario di un film / Scena 3. L’universo parallelo dei clarinettisti e l’ultracosmo dei tirocinanti

La-R-S, diario di un film / Scena 3. L’universo parallelo dei clarinettisti e l’ultracosmo dei tirocinanti

13 Giugno 2020 0 Di Maria Corsetti

Tanti capitoli a parte meriterebbero le interviste al di fuori degli studi televisivi.

Provo a scriverne alcuni. L’ordine non è cronologico, ma è dettato da quello che ricordo al momenti o, meglio ancora, dal fatto che io abbia subito una foto disponibile per corredare il pezzo.

La prima foto che trovo, spulciando nel mio diario Facebook, è quella con Stephanie Zelnick, che risale all’estate del 2010. La clarinettista americana in quei giorni stava a Latina e sarebbe lecito chiedersi perché, ma sinceramente non me lo ricordo. Il fatto che suonasse il clarinetto mi fa pensare che Antonio Fraioli c’entrasse qualcosa. Tra l’altro in quegli anni degli Amici della Musica ho scoperto l’universo parallelo dei clarinettisti: stanno sempre in giro per il mondo e ogni anno di sicuro si incontrano in occasione del ClarinetFest che si tiene negli angoli più disparati del pianeta.

L’appuntamento con Stephanie Zelnick era nei locali del Liceo artistico, o almeno credo, poiché mi sembra di ricordare che siamo entrati dalla strada laterale e non dall’ingresso principale. Ma non credo sia importante sapere da quale porta siamo entrati. Può essere interessante sapere come siamo entrati, anzi come siamo entrate, io e la mia stagista Alessandra Rotondi, detta La Stagy.

Antonio, non c’è bisogno di dirlo, era già lì.

Dicevo, come siamo entrate io e La Stagy. No, prima devo presentare Alessandra Rotondi e l’ultracosmo degli stagisti. In anni di lavoro, in realtà del tutto differenti, guardando sia alla mia esperienza che a quella di altri, una è la irremovibile certezza:  con i tirocinanti o ti va benissimo, o ti si attacca una zecca presuntuosa oltre che inutile. Con Alessandra mi era andata di lusso ed ero particolarmente contenta perché anche la stagista precedente, Francesca Pantaleo, era stata una collaboratrice egregia. Parlo di collaboratrici non a caso. In una realtà come quella di una televisione privata, che in genere è sinonimo di piccola impresa in costante affanno, ogni risorsa è fondamentale e avere al proprio fianco una persona motivata e capace, magari inesperta, ma pronta a imparare, non solo raddoppia la produttività, ma la migliora poiché spesso porta un bagaglio culturale diverso e complementare rispetto a chi ristagna dentro l’azienda.

Io e Alessandra in quella mattina, credo di fine agosto, entriamo nella stanza dove ci sono già Stephanie e Antonio. Stephanie elegante e ben pettinata. Tutte le musiciste sono sempre eleganti e in ordine. Io e Alessandra siamo molto affiatate. Alessandra regge la telecamerina digitale, io faccio le domande, Alessandra traduce in inglese per Stephanie, Stephanie risponde, io capisco abbastanza e si va avanti così. Mi ricordo che ci siamo dette anche un sacco di cose una volta finita l’intervista, mentre facevamo i controcampi per movimentare il montaggio finale. Perché se i mezzi erano scarsi, la fantasia non mancava e con la fantasia la capacità di moltiplicare i mezzi. Un po’ come quegli aerei, durante la visita di un tedesco a Roma, mi pare fosse il 1938. Non so se sia una storia vera, ma come metafora la trovo piuttosto calzante.

 

Nella foto: Stephanie Zelnick, Maria Corsetti, Antonio Fraioli

 

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